Giuseppe Povia è tornato a parlare della mancata partecipazione al Festival di Sanremo.
«Gli artisti che vengono esclusi ogni anno sono tanti. Il direttore artistico fa delle scelte anche un po’ in base agli streaming che vengono fatti dai nuovi artisti ma che appaiono al pubblico di Rai 1 sconosciuti. Quindi lo scopo è quello di portare nuovo pubblico», racconta in esclusiva ai microfoni di Novella 2000. D’altra parte, Povia è consapevole di essere una figura «particolare», quindi la sua partecipazione o esclusione non è legata solo alla canzone. «Io mi sono sempre esposto con canzoni e dichiarazioni forti. Se prendi Povia devi prendere tutto il pacchetto e poi lo devi difendere fino alla fine, perché se decidi di mettermi nel cast di Sanremo poi questa scelta devi difenderla».
Sanremo 2024, Povia parla della sua esclusione: “Sono 14 anni che mi dicono no, non sono pronti ai miei brani sociali”
Il cantante continuerà a provare a tornare sul palco dell’Ariston. «Io ci provo tutti gli anni. Tanto non mi costa nulla, non ho nulla da perdere». La questione non è se lui è pronto per Sanremo, perché ritiene di esserlo. Il problema è Sanremo stesso: «A livello strutturale, non è ancora pronto per un cantautore che, anche se magari non piace a tutti, tratta delle tematiche straordinarie, fuori dall’ordinaria canzone d’amore». Infatti, le canzoni di Povia trattano temi sociali, che suscitano dibattiti, e questi tendono a dividere. «Ogni volta mi ritrovo in mezzo alle polemiche anche se non le cerco. A me piace trattare di cose che non tratta nessuno. Per questo forse ho le porte più chiuse». Basti ricordare “Luca era gay“, che si piazzò al secondo posto a Sanremo: è uno dei suoi brani più discussi di sempre.
Giuseppe Povia nell’intervista a Novella 2000 confessa di non avere amici artisti proprio perché da quando è uscita la canzone “Luca era gay“, dopo la quale è «diventato omofobo, razzista, sessista, no vax. Tutto io sono». Infatti, il cantautore evidenzia che anche se sono passati 15 anni dall’uscita del brano, questo gli causa ancora problemi, «come gli annullamenti dei concerti», quando in realtà sono feste e non accade mai nulla. Ma l’intervista rappresenta l’occasione per chiarire nuovamente la sua posizione: «Sono per la libertà come valore assoluto. Voglio essere per tutti e non soltanto per alcuni. Sono a favore della tranquillità. Se una persona sta bene con sé stessa, che sia gay o etero, per me non c’è nessun problema».
Il problema si pone quando si vuole restringere un pensiero, atteggiamento che a Povia «ricorda tanto i regimi del secolo passato». L’artista sfata, dunque, il “mito” dell’omofobia a Novella 2000: «Ho espresso ed esprimo delle criticità, questo lo deve dire. Sia per le coppie eterosessuali che per le coppie omosessuali, le criticità le ho espresse sull’utero in affitto. Diventa compravendita di bambini. Meglio le adozioni piuttosto che avere dei bambini a km 0 sfruttando delle donne. Ma non è solo per la coppia omosessuale. Anche per quella eterosessuale. Se non puoi avere figli mettiti l’anima in pace. Questa è la criticità che ho espresso e ogni volta c’è qualcuno che dice che sono omofobo».
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“NON GIUDICO IN BASE ALL’ORIENTAMENTO SESSUALE”
Giuseppe Povia nega di avere contatti con la comunità LGBTQ+, ma precisa a Novella 2000 che le sue porte sono aperte. «Se mi invitassero andrei anche ai Gay Pride». Il cantautore precisa che anche dover specificare che nella sua compagnia di persone ci sono omosessuali gli dà fastidio, visto che non vuole tirare in ballo categorie. «Io parlo con le persone per quello che loro pensano, per il loro orientamento politico, per i loro ideali. Non giudico le persone in base al loro gusto sessuale o in base al loro orientamento sessuale. È questo che mi dà fastidio. Ogni volta lo dire dire. Mi dà fastidio quando le persone dicono che hanno amici gay».
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