La Corte d’appello polacca, ha stabilito che le cosiddette zone “LGBT-free” dovranno essere eliminate nei quattro comuni che le avevano istituite. Un verdetto accolto dagli attivisti come una vittoria dei diritti umani e della democrazia.
Nel 2019 numerose autorità locali in Polonia hanno approvato risoluzioni che dichiaravano i comuni liberi dall’”ideologia LGBT”, approvando delibere per contrastare la tolleranza nei confronti di alcune persone sulla base del loro orientamento sessuale. Una decisione che si inseriva nel quadro di un conflitto aperto tra liberali e conservatori, in Paese prevalentemente cattolico, in cui la lotta per i diritti degli omosessuali viene vista come una minaccia ai valori tradizionali.
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Le zone “LGBT-free” hanno tentato vietare ciò che le autorità locali considerano “propaganda” dell’omosessualità e di altre identità sessuali minoritarie, soprattutto nelle scuole. Ma queste mosse hanno portato la Polonia in rotta di collisione con la Commissione europea, la quale ha affermato che lo status scelto dai comuni viola la legge dell’Ue sulla non discriminazione in base all’orientamento sessuale.
Dopo un ricorso per vie legali condotto dall’Ombudsman polacco per i diritti umani, i tribunali hanno stabilito che nove delle risoluzioni adottate dalle autorità locali avrebbero dovuto essere eliminate.
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L’ufficio del Pubblico Ministero, il think tank ultraconservatore Ordo Iuris e le municipalità coinvolte hanno fatto ricorso contro i verdetti. Ma nei primi quattro casi i ricorsi sono stati respinti, una decisione arrivata martedì (28 giugno).
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“La decisione di oggi (..) è una grande vittoria per la democrazia, i diritti umani e il rispetto delle persone”, ha scritto sui social la Rete polacca contro l’omofobia. Il Ministro del governo Michal Wojcik, membro del partito conservatore Polonia Unita, ha criticato la sentenza. “Se i consiglieri decidono di sostenere le nostre tradizioni e la nostra identità, è un loro diritto farlo. Nessuno dovrebbe limitarlo”, ha scritto a Reuters in una nota.
La sentenza arriva mentre la questione delle zone “LGBT-free” sembra destinata a mettere di nuovo a rischio i finanziamenti dell’Ue ai comuni polacchi coinvolti.