Mauro Coruzzi, in arte Platinette, ha parlato ai microfoni della trasmissione radiofonica “La Zanzara”, intervenendo su uno degli argomenti più dibattuti negli ultimi giorni: il DDL Zan. Il conduttore ha introdotto la questione dicendo: “Siccome ci stanno rompendo i c*glioni su questo DDL come se fosse la salvezza di tutti gli omosessuali che vengono picchiati, io voglio portare avanti una grande battaglia, perché le leggi già ci sono”.
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Parole di fronte alle quali Platinette ha detto la sua: “È una legge che discrimina. Non siamo come i panda, a rischio estinzione. Finisce per discriminare, come dice la Concia. Se passasse mai che l’utero in affitto è una regola praticabile, sarebbe una forma di offesa per le donne. Non sono contrario al DDL ma mi sembra una limitazione della libertà espressiva. La legge non cambia l’etica: stiamo parlando di una legge che dovrebbe introdurre nelle scuole il concetto di diversità di genere, inteso come l’unico praticabile. È una legge pretestuosa e discriminante verso altre categorie di persone. Come nei confronti delle donne”.
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“La discriminazione a favore degli omosessuali penalizza le donne e le leggi non cambiano i comportamenti – continua Platinette – C’è una morale conservativa in questo DDL: l’Italia non è un Paese omofobo, è un Paese pieno di cretini che pestano dei ragazzi che si baciano per strada. Ma c’è già una legge. Ciò che mi spaventa di questo DDL Zan è la limitazione del concetto di libertà espressiva”. Un punto di vista estremamente chiaro quello dell’opinionista, a cui sono state poste anche delle domande di natura davvero molto intima, prima di concludere con un quesito emblematico della filosofia di pensiero di Coruzzi: “Se a te gridano fr*cio di merda in strada, porti questo in tribunale?”. La risposta non si è fatta attendere: “Non ci penso nemmeno, me n’ero accorto già da solo. Questa sarebbe solo una perdita di tempo per la magistratura”.