Mauro Coruzzi, in arte Platinette, è tornato a parlare/sparlare della comunià Lgbtq+.
Intervistato da La Verità, Coruzzi ha criticato Elly Schelin, la nuova leader del PD, e difeso Giorgia Meloni, definendo le donne le prime vittime dell’indentità di genere.
“Bene ha fatto la presidente di Arcilesbica Cristina Gramolini a prender le distanze sull’identità di genere, dando ragione alla premier”. “Le donne sono sempre state considerate meno di zero in politica e poi guarda caso: Meloni va alla guida del governo e toh, anche la sinistra elegge un segretario donna. Dall’altra parte hai una madre di famiglia molto tradizionale e forse anche un po’ intransigente, ed eleggi la Schlein, per i contenuti o per quello che rappresenta il suo stile di vita? Lasciando perdere il fatto che a casa mia innovare vuol dire trovare un territorio comune e non annunciare opposizione durissima. Ma al di là di tutto, guardi, lei ha voltato pagina chiedendomi della politica ma il foglio è sempre lo stesso“.
La Russa: “Un figlio gay? Lo accetterei con dispiacere, come se fosse milanista”
Coruzzi ha difeso anche Ignazio La Russa e l’ormai celebre scivolone sui figli gay (“so di vicende in cui La Russa si è speso in prima persona per aiutare senza alcun pregiudizio, penso sia semplicemente una frase sbagliata e cucita ad arte sui giornali“), arrivando al punto da dirsi sicuro che “tanto retrograga questa destra non la vedo“.
“Temo piuttosto che si stia cercando di far passare un messaggio assurdo: che l’orientamento sessuale di una persona ne determini la qualità. E che le qualità migliori stiano a sinistra. Bizzarro. Non crede? Prenda Sanremo. Rosa Chemical si fa paladino della fluidità e va sul palco senza saper cantare. La canzoncina era divertente e ha voluto provocare. Ma pure per quello ci vuole cultura. Renato Zero non si metteva nè da una parte nè dall’altra, e infatti piaceva a tutti. Il trash per come lo intendo io è un’arte e va coltivata come tale. Eliminarlo sarebbe abbattere il divertimento. È l’esagerato, di cui si può godere o che si può anche detestare“.
Pio e Amedeo chiudono col botto e condannano il politicamente corretto: “Ricchio*e, froc*o, ebrei e negri. L’autoironia è il nostor unico vaccino”
Poi l’apprezzamento per la comicità di Pio e Amedeo, “che non sono trash ma nobilissimi perché con la loro comicità rivoltano il calzino”, comici spesso accusati di omotransfobia in un Paese che Ariete vede giustamente omotransfobico. E anche qui Platinette attacca.
“Poi vedo che è testimonial di una piattaforma on line di abiti. Questo è un punto importante. La verità che nessuno osa dire è che comanda il mercato. La pubblicità ha capito che il business si fa se si mette un omosessuale a girare il minestrone nel pentolone. Quando cerco un film da vedere alla sera mi impressiona ancora che la dicitura “LGBTQI” identifichi un genere: è evidentissimo che si etichetta così un prodotto perché attraente per il consumatore“.
Ariete parla del suo coming out e della transizione del fratello: “I miei genitori hanno dovuto dare la priorità a lui che ha 9 anni…”
Poi conclude sulle censure da parte della sinistra: “Mi viene da dire che è fascista impedire ogni pensiero che si scosti dal loro, no? Io voglio poter dire che l’utero in affitto è una violenza sulle donne. Perché c’è prima l’affido, o l’adozione: si combatta eventualmente su queste leggi, non puntando alla comodità di chi, visto che ha 100.000 euro a disposizione, usa una donna come un forno dal panettiere. E parlano di tolleranza e inclusione“.