Per Laura Pausini è stata una tre giorni trionfale a Venezia, con i concerti in Piazza San Marco che hanno visto il tutto esaurito non appena sono stati annunciati.
La cantante non si è fatta intimidire nemmeno dal maltempo che ha sferzato la prima serata, costringendola a cantare sotto ad alcuni gazebi e mettendo ko scenografia, luci, collegamenti elettrici e strumenti musicali. Per lei applausi a scena aperta, non solamente dai suoi tanti fan accorsi nel capoluogo veneto, ma anche dalla stampa.
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E appunto la cantante aveva incontrato la stampa nel giorno del debutto, il 30 giugno, ed aveva parlato del suo ritorno sul palco e degli obiettivi per il futuro con la tournée mondiale agli sgoccioli per celebrare i 30 anni di carriera. In quest’occasione ha spiegato il perché abbia scelto le piazze di Venezia, Siviglia e New York: “Ho scelto le piazze per tornare a cantare visto che il mio primo tour, nel 1993, lo feci proprio nelle piazze. Quando ho deciso di tornarci mi sono accorta che a Venezia non avevo mai cantato. Era l’unica grande città italiana in cui non lo avevo fatto in trent’anni”.
Un live diviso in tre atti: passato, presente e futuro, seppur le canzoni non siano state eseguite puramente in ordine cronologico. “Il primo più legato alle ballad, con un arrangiamento più classico, che rispettano le versioni originali o quelle dei Greatest hits, per esempio La solitudine ha degli accenni della versione che feci con Ennio Morricone. Questo blocco è visivamente interpretato con il colore rosso, come la passione. Il secondo blocco, quello del presente, ha degli arrangiamenti più contemporanei ed è caratterizzato dal colore blu. Alla fine si va in un colore, il verde, che rappresenta il futuro. Siamo partiti dagli arrangiamenti cercando delle canzoni che si prestassero a questa chiave a livello sonoro”.
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La Pausini non vuole perdere di vista il focus, ovvero rimanere sé stessa, uno dei motivi per cui è tanto apprezzata dalle persone. “La cosa per me difficile è adattarmi e attualizzarmi senza perdere quello che sono io. Io mi sento scomoda se faccio il verso a chi non sono. E tra l’altro mi sento anche poco rispettosa nei confronti della mia voce, della mia storia, e di chi mi ha dato questa storia. Quindi il concerto nella parte legata al futuro è pop-dance, elettronico. È stato interessante e molto lungo, abbiamo iniziato a gennaio”.
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Per il futuro la aspetta un nuovo disco a cui sta lavorando dal 2019, con tantissime canzoni tra cui scegliere per arrivare a quelle che comporranno l’album. Un futuro, dunque, incerto come conferma la stessa cantante: “Vivo in questo presente che a volte mi sballa, non sono sempre sicura di me, ma so che voglio andare a vedere avanti. Ho sempre detto che voglio far vedere a chi mi segue che non mi siedo con i miei premi a casa, ma più ne vinco più penso che devo fare di più. Tuttavia a volte è pesante reinventarsi, capire cosa scrivere, come essere credibili con me stessa prima che con la gente. Del resto se io non so difendere una canzone sto un po’ prendendo in giro la gente, quindi non esco”.