Ci sono le motivazioni per cui la Corte di Cassazione ha bocciato la decisione d’Appello che aveva dato ragione a Simone Pillon, su quelle che Omphalos considerava essere state accuse e offese.
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Parliamo di tre incontri a Bastia Umbra, Assisi e San Marino, nel 2014, per i quali l’associazione fu ritenuta da Pillon responsabile di aere diffuso materiale che istigava all’omosessualità, con il fine di fare proselitismo, nel corso di assemblee studentesche. L’associazione impegnata a difesa dei diritti civili, si era rivolta al giudice perché ritenuta offesa da simili accuse, ma quello d’Appello aveva fatto rientrare queste affermazioni in una ‘critica di carattere politico’ atteso che era in corso nel paese anche un dibattito sul decreto Cirinnà.
La decisione della Cassazione La corte di Cassazione ha invece bocciato questa decisione e stabilito, innanzitutto che la libertà di espressione del pensiero è giusto limitarla quando si traduce in istigazione alla discriminazione a danno di alcuni gruppi. In secondo luogo che né le famiglie arcobaleno né le associazioni lgbtq+ sono contraddittori politici (come invece lo è il disegno di legge Cirinnà) per cui non si può considerare critica politica. In terzo luogo, fatto ancor più importante, la Corte stabilisce che Pillon aveva «diffuso notizie non corrispondenti al vero sull’attività di informazione e di prevenzione delle malattie veneree svolte dall’associazione, attribuendole iniziative e messaggi distorti rispetto al loro effettivo contenuto».
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In sostanza l’attività dell’associazione era semplicemente finalizzata a contrastare bullismo e omofobia. esclude che il Forum delle famiglie e l’associazione Omphalos siano contrapposte, che quanto detto da Pillon rientri nella critica politica, né di critica tout court né nel diritto di satira. La causa torna alla Corte d’Appello.