Pena di morte per gli omosessuali, aborto paragonato a una pratica cannibale, no ai trans negli eserciti.
Sono solo alcune delle parole d’ordine dei relatori del Congresso delle Famiglie, l’evento che si terrà a Verona da venerdì 29 a domenica 31 marzo 2019, fortemente voluto dal ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana.
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La kermesse radunerà politici, attivisti e personaggi che a vario titolo si oppongono con forza a qualsiasi apertura alle coppie omosessuali e a diritti come quello di abortire.
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Ora che l’evento si avvicina e che si conoscono maggiori dettagli sul programma, balzano agli occhi alcuni relatori che, nel corso degli anni, hanno espresso posizioni alquanto retrograde sui diritti civili e sulla famiglia.
Nella maggior parte dei casi lo hanno fatto con frasi esplicite e agghiaccianti. La parlamentare ugandese Lucy Akello, ad esempio, sostiene che l’omosessualità andrebbe sanzionata con la pena di morte. Sarà tra i relatori di Verona.
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Brian Brown, fondatore dell’International Organization for the Family, la lobby statunitense che organizza l’evento, ha rilasciato dichiarazioni di questo tenore: “L’esercito è per la guerra, non per le erezioni”, una frase che si riferiva alla sua opposizione all’ingresso dei transessuali nell’esercito.
Brown sostiene anche che gli aborti siano la principale causa di femminicidio nel mondo, poiché se le bambine potessero nascere “non verrebbero più uccise”. Da organizzatore della kermesse, manco a dirlo, sarà presente a Verona.
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All’evento presenzieranno anche Katalin Novak, la vicepresidente della Duma russa, arcigna oppositrice delle famiglie omosessuali, e Alexey Komov, attivista secondo cui lo stile di vita omosessuale “non è sano”.