“Vaffanvip”, da oggi su tutte le piattaforme di musica in streaming dopo l’anteprima in esclusiva su Spotify, nasce da un’idea del giornalista e conduttore radiotelevisivo Igor Righetti ispirato dalle migliaia di “morti di fama” senza alcun talento artistico che affollano il circo mediatico e ogni tipo di piattaforma di comunicazione alla ricerca dell’agognata visibilità, del quarto d’ora di notorietà che in molti casi si riduce a una manciata di secondi.
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Il brano è scritto e interpretato da Igor Righetti con la contessa Patrizia de Blanck, il cantautore Samuele Socci, l’influencer e social media manager Lorenzo Castelluccio, il musicista e cantautore Phil Bianchi che ne ha curato anche l’arrangiamento in chiave dance-pop con contaminazioni etniche. È la prima canzone di Patrizia de Blanck. Sarà presentato in anteprima oggi alle 14 su Rai Uno, nel programma “Oggi è un altro giorno”, di Serena Bortone.
Nel brano, pubblicato dalle Edizioni musicali Teorema e la cui distribuzione digitale è curata da Giungla Records, si ironizza su quanto oggi il termine vip sia abusato e venga affibbiato a chiunque riesca a far parlare di sé per qualunque cosa, positiva o negativa non ha alcuna importanza.
Lo status di vip è talmente contagioso che si trasmette per via aerea anche ai parenti lontani, ex fidanzati o fidanzate, pure a quelli presunti e fake. Perché la “very important person” dell’era digitale non discrimina nessuno. Personaggi spesso dalla consistenza di un budino e in molti casi dotati di un vocabolario che entra in un portapillole data la sua ampiezza. Le testate di gossip, la tv e i social sfornano di continuo orde di nuovi vip diventati tali grazie alla partecipazione a un reality show, a “paparazzate” costruite a tavolino o a video dove litigano, si disperano, si cimentano in balletti o si spalmano sul viso come antirughe una pomata per le emorroidi. Il senso di vergogna è roba da uomo delle caverne: adesso l’importante è avere follower e come fare pur di rendere virale un video e riuscire magari a poggiare i glutei su un divanetto in ecopelle di un qualunque salottino televisivo.
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