Paola Barale ha parlato di Unioni Civili a Vanity Fair.it in occasione della sua presenza al Milano Pride 2017: “La proposta di essere la madrina di quest’edizione mi fa felice – racconta. Da sempre, infatti, la conduttrice è in prima linea per i diritti civili che, sostiene: “andrebbero garantiti a tutti indipendentemente dall’orientamento sessuale“.
Gay, la sfida di Cirinnà: “E adesso diciamo sì a nozze e adozioni”
Un’icona gay, continua, però non si è mai considerata: «Ho tantissimi amici gay, condivido le loro battaglie, ma io entro in sintonia con “la persona”, lasciando fuori tutto il resto. Etero, gay…siamo tutti uguali: siamo persone. Mi fanno ancora pensare alcune frasi, come: “Ma i tuoi genitori lo sanno che sei gay?”, Che cosa vuol dire? In caso di un etero non lo diremmo mai. Perché bisogna dichiarare per forza che si è gay?». La legge Cirrinà che rende possibili le unioni civili la considera un grandissimo atto di civiltà. “Mi dispiace solo – aggiunge – che le coppie omosessuali non possano adottare“. Per quel che riguarda il matrimonio, invece, Paola la pensa così: «Se c’è amore, ci si sposa. Se non c’è, no. Il resto non conta».