Maya era una ragazza transgender di 19 anni cresciuta nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa, in Pakistan.
Da qualche tempo aveva deciso di trasferirsi a casa di amici a Peshawar “per paura che il padre la picchiasse”. L’uomo infatti non accettava la condizione della figlia, ma allo stesso tempo era intenzionata a riportarla a casa.
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E così il padre è andato fino a Peshawar e ha costretto la giovane a salire in auto con lui. Gli amici di Maya, preoccupati per la sua sicurezza, hanno chiamato la polizia.
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Ma gli agenti hanno permesso ai membri della famiglia di portare Maya a casa nella città di Nowshera. Come si legge su The Independent, l’ufficiale Azmat Khan ha detto che Aurangzeb Akbar, il padre della teenager, ha fornito alla polizia “la garanzia scritta che non avrebbe fatto del male la figlia”.
Purtroppo il corpo della giovane Maya, crivellato dai proiettili, è stato scoperto poche ore dopo accanto a una riva di un fiume nei press di Nowshera. Mentre il padre è già in carcere, secondo quanto riferito da Samaa TV, gli agenti di polizia sono alla ricerca dello zio e dei fratelli di Maya.
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La comunità transgender della città pakistana ha organizzato diverse proteste in seguito alla sua morte. Nella società conservatrice del Pakistan, le persone transgender possono essere vittime di abusi e talvolta dei cosiddetti “delitti d’onore” delle loro famiglie. Nel maggio 2018 il parlamento del paese ha approvato una legge che garantisce i diritti fondamentali della comunità, ma la discriminazione rimane prevalente. Molte persone transgender nel Paese mediorientale hanno difficoltà a trovare lavoro. Spesso vengono aggredite, violentate, uccise. Alcune sono costrette a lavorare come prostitute, ballerini o mendicanti.