Alberto Riva per “il Venerdì – la Repubblica”
Il delirio è in agguato ogni volta che su YouTube viene pubblicato un suo nuovo video: l’ultimo, Corpo sensual, in pochi giorni ha totalizzato 130 milioni di visualizzazioni. La sua prima hit, K.O., lambisce ormai i 250 milioni. La drag queen Pabllo Vittar è il più travolgente fenomeno pop che si sia visto in Brasile da tempo immemore: corpo scolpito, falsetto tagliente, vestiti quasi zero.
Recentemente si è esibita al festival Rock In Rio in duo con Fergie, ex dei Black Eyed Peas, facendo impazzire la platea. La bomba sexy Anitta, indiscussa star del pop più danzereccio, l’ha chiamata a registrare insieme Sua cara, consacrandola definitivamente. Pabllo, 23 anni e 5,5 milioni di follower su Instagram, viene dal Maranhão, uno degli Stati più poveri del Brasile.
Quando la intervistano racconta di aver affrontato pregiudizi fin dalle elementari (la prendevano letteralmente a minestre in faccia) ma la madre, infermiera, e le sorelle, l’hanno sempre sostenuta. In un lungo articolo il Guardian ha sottolineato lo strano caso di una drag queen così popolare nella nazione che vanta il triste record di violenza contro le persone Lgbt. Solo nel 2016 gli omicidi sono stati 343, in pratica uno al giorno. E forse la potenza dirompente del fenomeno Pabllo Vittar si deve proprio alla tensione del momento. Il Brasile vive infatti in questi mesi il suo maggior rigurgito repressivo dai tempi della dittatura militare (1964-1984).
A causa delle proteste di leader evangelici presenti in parlamento, a settembre a Porto Alegre è stata chiusa una mostra incentrata sul tema della sessualità con l’ accusa di blasfemia. A San Paolo è stata tolta dal cartellone una pièce in cui un transessuale interpretava Gesù.
In Mato Grosso la polizia ha sequestrato un quadro dell’ artista Alessandra Cunha che denunciava la pedofilia. Un giudice ha di fatto permesso agli psicologi di offrire “terapie di conversione” per gli omosessuali, pratica vietata dallo statuto dell’ ordine professionale. Non sorprende dunque che, a meno di un anno dalle prossime elezioni presidenziali, lo scenario sia polarizzato tra il possibile ritorno dell’ ex presidente Lula e sull’ ultra conservatore Jair Bolsonaro, ex militare violentemente omofobo, opzione fino a qualche mese fa impensabile.
Pabllo, nel frattempo, è assurta a simbolo dei diritti Lgbt e non passa giorno senza che i giornali annuncino un nuovo tatuaggio, o il suo debutto in un programma tv, o la misura degli shorts che indossava sul palco. Vedremo se il Paese reale è quello delle urne o quello di YouTube.
A scuola le tiravano la minestra. Ma ora la drag Pabllo Vittar è la star del Brasile. Paese in cui ogni giorno viene ucciso un appartenente alla comunità Lgbt.