All’indomani dell’ennesima notizia di un’aggressione di carattere omofobico, Arcigay ha inviato una lettera a tutti i senatori e le senatrici della Repubblica: “violenze e discriminazioni verso le persone LGBTI+ sono una realtà ricorrente nel nostro Paese, nella quale Arcigay si imbatte quotidianamente – si legge nella missiva – , in un contesto di immobilità delle istituzioni, occasionalmente squarciato da ondate di dichiarazioni sui media conseguenti al verificarsi di qualche fatto di cronaca particolarmente violento che guadagna le prime pagine dei giornali”.
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“Ma dopo poche ore di clamore, tutte le volte si torna regolarmente al silenzio e all’immobilismo“. Arcigay ricorda inoltre che la Camera dei deputati ha approvato lo scorso 4 novembre il disegno di legge “ Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità“, che ora giace a Palazzo Madama in attesa che ne venga calendarizzato l’iter. Proprio per questo Arcigay ha preso in mano carta e penna: “è ora- scrive l’associazione – che l’Italia faccia la sua parte colmando la lacuna che la caratterizza in confronto agli altri Paesi dell’Europa occidentale; per questo Le chiediamo di attivarsi concretamente con i suoi colleghi e il suo partito” affinché la legge venga calendarizzata e approvata al più presto”.
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LA LETTERA:
Gentile Senatore,le violenze e discriminazioni verso le persone LGBTI+ sono una realtà ricorrente nel nostro Paese, nella quale Arcigay si imbatte quotidianamente, in un contesto di immobilità delle istituzioni, occasionalmente squarciatoda ondate di dichiarazioni sui media conseguenti al verificarsi di qualche fatto di cronaca particolarmente violento che guadagna le prime pagine dei giornali. Ma dopo poche ore di clamore, tutte le volte si torna regolarmente alsilenzio e all’immobilismo.Le Scriviamo proprio perché vogliamo tentare di porre fine a questo stato di cose:per quanto possa essere positivo registrare parole di condanna da parte della politica in occasione di fatti violenti, quello che chiediamo è di far seguire atti concretia queste dichiarazioni. Una consistente maggioranza -trasversale alle forze di governo -ha affrontato mesi fa il lungo e complesso iter di approvazione della legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo alla Camera dei Deputati, concluso in quella sede il 4 novembre 2020: un disegno di legge che è stato frutto di una difficile e complessa mediazione fra le diverse forze politiche che ne hanno accompagnato il percorso, e che ora giace immobile al Senato in attesa di concludere il suo itere diventare a tutti gli effetti una legge della Repubblica.Dopo tanti fallimenti nell’approvare leggi su questi temi, è ora che l’Italia faccia la sua parte colmando la lacunache lacaratterizza in confronto agli altri Paesi dell’Europa occidentale;per questo Le chiediamo di attivarsi concretamente con i suo colleghi e il suo Partito per giungere all’approvazione del Disegno di legge 2005 “ Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identitàdi genere e sulla disabilità”.A ulteriore sostegno di questa richiesta, Leriportiamo alcuni del semplici, ma incontrovertibili dati emersi dall’ultima ricerca dell’Agenzia Europea dei Diritti Fondamentali sulle persone LGBTI+ in Italia nella quale si evidenzia che il 62% evita di prendere per mano la persona amata in pubblico eil 30% non frequenta alcuni luoghi per paura di subire aggressioni. Il 23% dichiara di aver subito discriminazioni sul lavoro, il 32% di aver subito almeno un episodio di molestia nell’ultimo anno e l’8% un episodio di aggressione fisica negli ultimi 5 anni. Solo 1 persona su 6 ha denunciato questi episodi.Non si può più aspettare, il Senato della Repubblica di cui Lei fa parte deve fare presto concludendo il percorso legislativo iniziato alla Camera dei Deputatiapprovandone in via definitiva il testo.Siamo cittadine e cittadini di questo Paese e chiediamo una cosa semplice: poter vivere e amareliberi e libere dalla paura.