“Oggi è convocata nuovamente la Commissione Giustizia del Senato, dalla quale da tempo attendiamo la calendarizzazione della legge contro omotransfobia, misoginia e abilismo”: lo dichiara Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay.
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Che prosegue: “Una legge tenuta in ostaggio, in particolare dal presidente della commissione, il leghista Andrea Ostellari, con una modalità irrituale e a nostro avviso gravissima. Se alla fine di questa giornata non avremo sciolto questo nodo, dovremo prendere atto che la Lega e i suoi parlamentari hanno un problema non solo con le persone lgbti ma anche con le regole democratiche del Parlamento e con l’assetto istituzionale descritto dalla Carta costituzionale. Perché qui non si tratta solo di essere contrari a quel testo, bensì di impedirne addirittura la discussione: questa modalità prevarica ogni norma o prassi dell’organo legislativo, creando un precedente grave e molto pericoloso sul quale richiamiamo l’attenzione di tutte e tutti. Fuori intanto c’è un Paese che si mobilita e che a gran voce chiede l’approvazione di quel testo. Solo negli ultimi giorni, diversi personaggi pubblici hanno preso parola per unirsi a questa mobilitazione, per schierarsi dalla parte dei diritti assieme agli attivisti che da anni portano avanti questa battaglia: Fedez, Chiara Ferragni, Francesca Michielin, Mara Venier, Alessandro Gassman, Paola Turci, Michele Bravi, Piero Pelù, Elodie, Levante, Mahmood, Carlo Cracco, Nicola Piovani, Maurizio Costanzo, Barbara D’Urso, Costantino della Gherardesca, Lo Stato Sociale sono solo alcuni degli artisti che hanno scelto di dire la loro a sostegno della legge”.
Poi conclude: “Vogliamo innanzitutto ringraziarli e chiedere loro di aiutarci a tenere alta l’attenzione su questo passaggio parlamentare. L’anomala condotta del presidente Ostellari merita di essere tenuta d’occhio dall’intero Paese. Perché è in quella condotta che prende forma il vero bavaglio, la negazione del diritto a discutere di un tema come i crimini d’odio. Ostellari mostri di essere all’altezza delle istituzioni democratiche di questo Paese, diversamente, proprio in nome e a difesa della democrazia, saremo pronti a scendere nuovamente in piazza, come già fatto lo scorso ottobre in 60 città italiane”.