Orrore in Azerbaigian, dove un ragazzo di 18 anni di nome Malik è stato bruciato vivo dai propri genitori, dopo aver subito un pestaggio, perchè omosessuale. Lo ha denunciato l’Alleanza LGBT dell’Azerbaigian – Paese islamico al 96% -, della quale lo stesso Malik fa parte: diciamo “fa”, perchè è riuscito a sopravvivere all’aggressione. Due mesi prima del suo tentato omicidio, hanno riferito gli amici, il ragazzo aveva ricevuto minacce di morte su Facebook. Qualcuno ha poi pensato bene di inviare alla famiglia dell’attivista una fotografia di lui durante un gay pride, firmando la sua condanna a morte o almeno così speravano gli aggressori.
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Invece Malik è riuscito a salvarsi e a fuggire in una struttura protetta, ma non ha ovviamente pensato in quella circostanza a portare con sé i documenti per riparare all’estero. L’Azerbaigian, ex Repubblica facente parte dell’Unione Sovietica, è sulla carta un Paese laico e dal 2000 la sodomia – leggi omosessualità – grazie all’impegno del defunto presidente Heydar Aliyev non è più reato – lo era dal 1923 dopo la proclamazione della Repubblica Socialista Azera -, ma quest’ultima comporta numerose discriminazioni a livello familiare, sociale e professionale – ovviamente anche per le coppie, non solo per i singoli – e come abbiamo visto, si rischia anche la vita.
Da: Notizie.it