“Il 17 maggio del 1990 l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara che l’omosessualità non è più una malattia. Dopo 30 anni – dichiara Fabrizio Marrazzo, responsabile Gay Help Line – le persone LGBT sono ancora vittime di violenze e discriminazioni. Sono oltre 50 le persone che ogni giorno (e oltre 20 mila all’anno), contattano da tutta Italia il nostro servizio Gay Help Line 800 713 713 o la chat Speakly.org per raccontare le discriminazioni e le violenza che subiscono”.
Nella ricerca, appena resa nota, condotta in Europa nel 2019 dall’agenzia per i diritti fondamentali dell’Ue (Fra) per la stragrande maggioranza degli LGBT italiani il governo non combatte realmente contro i pregiudizi e l’intolleranza di cui queste persone sono vittime. Solo l’8% giudica favorevolmente l’azione delle autorità nazionali in questo campo contro una media europea del 33%.
I dati della ricerca sono coerenti con quanto di allarmante abbiamo rilevato con Gay Help Line, infatti, nell’ultimo anno, il dato sulle violenze e gli abusi è pari al 25% che registra un incremento del 9% rispetto all’anno precedente. Il dato durante l’emergenza Covid19 è cresciuto sino al 40% per gli adolescenti. Di questi casi meno di 1 adolescente su 60 pensa di denunciare.
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Inoltre, sono preoccupanti anche i dati della ricerca nelle scuole dove emerge che su un campione rappresentativo di oltre 1500 studenti (dati in video), oltre il 34% degli studenti pensa che l’omosessualità sia sbagliata ed il 10% pensa sia una malattia mentre il 27% degli studenti non vuole un compagno di banco gay.
Analizzando, invece, gli altri dati di Gay Help Line dell’ultimo anno, su un campione di oltre 20 mila contatti rileviamo:
Incremento del 17% dei ricatti e minacce che raggiunge il 28%, un dato allarmante, che mostra quanto ancora per le persone LGBT dichiararsi comporti forti rischi, come la perdita del lavoro, l’allontanamento dalla famiglia di origine, l’emarginazione e per questi motivi restano vittime di ricatti e minacce.
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Incremento del 3% del Mobbing sul lavoro che raggiunge il 15%, un dato dovuto alle inesistenti tutele per le vittime LGBT, in quanto le norme antidiscriminatorie sul lavoro sono di fatto inapplicabili. Questo dato ci evidenzia anche che molte coppie lesbiche e gay unite civilmente decidono di non chiedere il permesso di ferie per l’unione per non dichiararsi ai propri datori di lavoro.
Conclude Marrazzo: “Richiediamo pertanto al Governo, dopo 30 anni, una legge seria contro l’omofobia, come già avviene in molti latri paesi, che renda l’omofobia un reato e dia sostegni concreti alle vittime come case rifugio e centri antiviolenza per rendere possibili le necessarie denunce. Purtroppo ad oggi non sappiamo ancora quale sarà il testo base alla camera, ma tutte le proposte di legge presentate, a nostro avviso, non sono sufficienti a garantire misure certe e concrete di aiuto e supporto alle vittime. Quindi, l’annuncio che la legge va in aula a luglio ci preoccupa molto, che possa essere solo uno specchietto per le allodole.”
Di seguito i dati della ricerca delle scuole presenti nel Video con Ricerca
17 MAGGIO 2020:
COSA NE PENSANO GLI STUDENTI DELLE PERSONE LGBT (Lesbiche, Gay, Bisex, Trans) DOPO 30 ANNI?
– il 14% degli studenti si identifica LGBT di questi solo l’1,7 % si dichiara LGBT in classe,
– Il 34 % considera l’omosessualità SBAGLIATA di cui un 10% la considera una MALATTIA o un PECCATO,
– Il 68% pensa che le persone LGBT in tutta la scuola siano fra 0 e 20,
– Il 27% non vuole un compagno di banco gay,
– Il 34% ammette di non voler condividere la stanza in gita con un ragazzo gay,
– Il 69% considera Internet pericoloso per le persone LGBT,
– Oltre il 50% considera le persone LGBT vittime di discriminazione.
INDAGINE SCUOLE – LABORATORIO RAINBOW 2019/20, con il supporto di
Arcigay Roma, Differenza Lesbica Roma, Azione Trans, Arcigay Latina, Stonewall Frosinone, Unipride Viterbo, Arci Rieti e LGBT+ Rieti, Arcigay Castelli Romani
CAMPIONE: CA. 1500 STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI
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