Si è aprto a Napoli la XXX Universiade, cioè il grande torneo internazionale dedicato agli studenti e alle studentesse universitari.
Arcigay in occasione di questo evento, che coinvolgerà 8000 atleti e atlete da 170 Paesi, promuove una borsa di studio per tesi di laurea che affrontino le seguenti tematiche: Odio, Omofobia e Transfobia nello sport;
Diversity Management ed equality stardard delle società sportive; Coming out nel mondo sportivo italiano. Per accedere alla borsa di studio, del valore di 1000 euro, è necessario inviare la propria candidatura all’indirizzo sport@arcigay.it, specificando, oltre ai propri dati anagrafici, il titolo della tesi e il tempo di realizzazione previsto.
“Riteniamo essenziale introdurre nelle università argomenti di studio e di tesi su tematiche che riguardano molte persone che vivono, lavorano, operano e amano lo sport.“, commenta Marco Arlati componente della Segreteria Nazionale di Arcigay con delega allo Sport.
“in questo senso – prosegue – ringraziamo per la collaborazione Agedo Marche che da due anni affronta progetti su questa tematica“.
Arcigay, inoltre, in occasione delle Universiadi ha aperto una nuova sezione sul proprio sito, implementando la mappa delle realtà sportive LGBTI+ Italiane con quelle del mondo universitario, per dar visibilità a tutti gli universitari gay lesbiche, bisex e trans che svolgono attività sportive. (www.arcigay.it/sports).
“Lo Sport – dichiara ancora Arlati – , come la famiglia e la scuola, è uno dei luoghi sociali dove una persona viene formata ed educata al rispetto e al valore della diversità. Purtroppo lo sport è anche il luogo dove attualmente in Italia è difficile fare coming out e vivere liberamente il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere, indipendentemente dalla tipologia di sport che si pratica. L’omofobia, la transfobia e ogni forma di odio, che prendono forma in manifestazioni sportive o in luoghi adibiti allo sport, devono essere combattuti, ed è tempo che le società sportive facciano un passo avanti visibile su queste tematiche. Lo sport che ogni settimana entra nelle nostre case è uno strumento di diffusione di messaggi positivi e formativi e deve riuscire a essere incisivo anche nella lotta per i diritti civili. A questo proposito ricordo che il 4 maggio 2016 il 244° Consiglio Nazionale del Comitato Olimpico Nazionale Italiano ha modificato lo statuto inserendo fra i propri impegni la lotta contro le discriminazioni legate all’orientamento sessuale nello sport. Ma trascorsi più di due anni nessuna delle federazioni sportive aderenti al Coni ha recepito nel proprio statuto quella norma. Ribadiamo allora la richiesta alle varie federazioni del CONI affinché recepiscano nei loro statuti l’impegno contro le discriminazioni legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere nello sport“, conclude.