Vent’anni dopo il suo film di debutto Hammam – Il bagno turco, Ferzan Ozpetek torna alla sua Istanbul che ha continuato a frequentare negli anni ma nella quale non ha più girato dopo Harem Suaré del 1999, molti anni di lontananza cinematografica in cui il regista è diventato italiano restituendo sul grande schermo la sua Roma del gasometro o la Lecce, città d’elezione per il mare e le pasticcerie. Dal 2 marzo sarà nelle sale, distribuito da 01 Distribution, Rosso Istanbul, liberamente ispirato al suo romanzo omonimo, un cast interamente turco dove ritroviamo la sua grande amica Serra Yimaz per una storia che ha la sua chiave nell’effetto nostalgia. Dice Ozpetek: “Ho scritto il film, insieme a Gianni Romoli e Valia Santella, come fosse un doppio viaggio, emotivo e razionale, interrogandomi sulla natura profonda delle emozioni e dei sentimenti che venivano a galla confrontandomi per la prima volta con una materia narrativa che era il mio ritorno a casa, quasi alla ricerca di un me stesso che credevo dimenticato e che invece spuntava da ogni angolo di questa città, da ogni sguardo dei personaggi, da ogni loro parola, anche quelle non dette”.
Orhan Sahin torna a Istanbul dopo 20 anni di assenza volontaria. Come editor deve aiutare Deniz Soysal, famoso regista cinematografico, a finire la scrittura del suo libro. Ma Orhan rimane intrappolato in una città carica di ricordi rimossi. Si ritrova sempre più coinvolto nei legami con i famigliari e gli amici di Deniz che sono anche i protagonisti del libro che il regista avrebbe dovuto finire. Soprattutto Neval e Yusuf, la donna e l’uomo a cui Deniz è più legato, entrano prepotentemente anche nella vita di Orhan. Quasi prigioniero nella storia di un altro, Orhan però finisce per indagare soprattutto su se stesso, riscoprendo emozioni e sentimenti che credeva morti per sempre e che invece tornano a chiedergli il conto per poter riuscire a cambiare la sua vita.