“Sono come te, vivo una vita normale… eccetto per un gigantesco segreto: sono gay”. Nick Robinson, intervistato da Io Donna, presenta così il suo personaggio nella prima scena del film Tuo, Simon, tratto dal romanzo Non so chi sei, ma io sono qui di Becky Albertalli (Mondadori) e in arrivo in sala il 31 maggio. Diretto, onesto e quasi impavido? Macché: il suo alter ego Simon è un liceale in crisi che vorrebbe fare coming out ma è terrorizzato, ecco perché ammette la verità solo ad uno sconosciuto via e-mail, un altro ragazzo che sulla bacheca della scuola ha postato in forma anonima la verità sul suo orientamento sessuale.
Il 23enne attore statunitense gli somiglia nei modi un po’ impacciati e nella bontà quasi d’altri tempi. È la terza volta, dopo La quinta onda e Noi siamo tutto, che porta su grande schermo un bestseller per adolescenti e stavolta ha al suo fianco Katherine Langford (eroina della serie tv Netflix Tredici, anch’essa tratta dall’omonimo romanzo per ragazzi).
Il suo Simon finge di essere quello che non è: abbozza un sorriso quando il padre (Josh Duhamel) fa battute sulle foto in lingerie di Gigi Hadid e quando i bulli prendono di mira uno studente omosessuale. Piano piano, però, trova la sua voce, proprio come il suo interprete…
Ha avuto paura di accettare il ruolo di un ragazzo gay e di essere intrappolato in un certo tipo di parti?
No, perché il mio obiettivo è quello di variare e sperimentare sempre cose diverse.
I genitori di Simon sono sopraffatti dal coming out. Lei crede nelle maniere forti?
Sì, ma penso anche che bisogna evitare gli estremi. Essere genitori è un lavoro complesso e delicato, fatto di regole, confini e strutture ed è giusto che sia così.
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