L’ad Rai Roberto Sergio: “Si chiuda una pagina di storia del paese”.
Francesca Pascale: “Berlusconi non è omofobo. Salvini dovrebbe cacciare dalla Lega chi discrimina”
“Con la scomparsa di Silvio Berlusconi si chiude una pagina della storia del nostro Paese. Mi unisco al lutto della famiglia ricordando, al di là del ruolo istituzionale di Presidente del Consiglio da lui ricoperto e della passione politica, il grandissimo impegno imprenditoriale che ha contribuito ad arricchire il panorama televisivo italiano e non solo. Un impegno che, sia pure nel segno della doverosa concorrenza, ha reso anche Rai più attenta alla qualità e alle esigenze del pubblico televisivo”. È quanto dichiara in una nota l’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio.
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«L’Italia è il Paese che amo»
“L’Italia è il Paese che amo”: è il famoso incipit del discorso con cui il 26 gennaio del 1994 il fondatore di Forza Italia annuncia ufficialmente il suo ingresso nell’agone politico davanti a una telecamera. Il partito è pronto. Berlusconi cambia tutto: linguaggio, approccio. Le sezioni sono sostituite dai Club; introduce un dresscode e corsi di formazione “televisiva”per chi ha dei ruoli politici. I suoi interventi sono veri e propri show. Nel faccia a faccia alla vigilia delle elezioni del 1994 con Achille Occhetto, segretario dell’allora Pds, Berlusconi mostra tutta la sua capacità e conoscenza del mezzo televisivo. I suoi avversari ci scherzano, i sondaggisti lo sottovalutano ma intanto il Cavaliere stende la sua rete alleandosi con il leader della Lega Umberto Bossi per vincere al Nord e con Fini e una parte di ex Dc per conquistare il Sud.