Nelle radio è tornata a risuonare la bellissima “Ancora ancora ancora” in versione realizzata dal dj inglese Mark Ronson.
Il brano, cantato da Mina nel 1978 è stato scritto da Cristiano Malgioglio. Sorrisi e Canzoni ha intervistato il cantautore per conoscere la storia di uno dei brani italiani più famosi al mondo: “Mark Ronson ha saputo colorare una melodia già bellissima e struggente rendendola ancora più coinvolgente con una ritmica meravigliosa. Ha reso il brano maestoso. Ma nel mondo lui è il numero uno degli arrangiatori”.
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Malgioglio ha raccontato come è nato il testo del brano: «È una storia bellissima e molto travagliata, a dire il vero. In quel periodo io avevo scritto un brano per Mina che mi sembrava perfetto. Mi ricordo ancora il nostro incontro, aveva un vestito bianco a fiorellini e una pelle bellissima, bianchissima. Era stupenda, soprattutto grazie alla sua risata inconfondibile e contagiosa. La canzone si intitolava “Io ti amo da allora” e avevo dato a Mina il testo che ho il piacere di pubblicare adesso su Sorrisi, come regalo per i vostri lettori. Peccato che a Mina non piacesse: “Fattelo fritto!” mi disse. Desiderava qualcosa di molto più sensuale da cantare sul palco della Bussola (storico locale a Marina di Pietrasanta, in Versilia, ndr)».
Quindi?
«Quindi Mina mi diede 24 ore di tempo per portarle un testo nuovo. Sono tornato a casa disperato per la sua bocciatura, per quel rifiuto. Ricordo che mi misi a piangere. Non sapevo proprio da che parte cominciare. Ero chiuso in cucina, a mangiare grissini e parmigiano, mi sembrava di non avere più idee».
E invece?
«E invece a un certo punto suonò il telefono, in modo… insistente. Io all’inizio non volevo rispondere, perché poteva essere una delle mie amiche cantanti famose che rompeva le scatole in quel momento difficile. Poi invece ho pensato alla mia povera mamma, che era lontana, in Sicilia: “Magari è lei”, mi sono detto. E ho alzato la cornetta con la tachicardia rispondendo non “pronto?” ma “mamma?”».
Era davvero lei, la signora Carla, la sua mamma?
«No, non era lei. Era un’altra persona, che conoscevo benissimo. Sono rimasto pietrificato: ho sentito la voce di un mio vecchio amore, la storia più bella della mia vita che era finita sei mesi prima. E con un sussurro mi ha chiesto: “Ma tu, mi ami ancora?”. Io gli ho risposto di sì. E di nuovo, quella sua voce: “Dimmelo ancora, ancora, ancora”. E in un istante è stato di nuovo l’amore più straordinario, passionale e fortissimo di sempre».
Quando ha messo giù il telefono che cosa è successo?
«Ho mollato il parmigiano e i grissini e ho scritto il testo di “Ancora ancora ancora” in due minuti. L’ho portato alla casa discografica di Mina in tempo, l’indomani, anche in meno di 24 ore. Era struggente, proprio come voleva lei. L’ho capito dai suoi occhi che mi sorridevano. Il resto è storia».
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Ecco il testo originale, bocciato da Mina:
Sono notti che ti aspetto
Con chi stai maledetto tu
Questo amore è così incerto
L’ho vissuto allo scoperto, sì
So che l’altra sta godendo
Mentre io sono a pezzi, qui
Sento addosso il tuo sudore
e quel bacio pieno di dolore perché…
Io ti penso d’allora Nel mio letto d’allora Che momenti allora Eri mio allora
Se dormivi allora
Ti guardavo allora
Non mi sentivo sola
Eri la vita allora…
Devo uscire, devo andare
Devo solo dimenticarti, si
Ti ho amato maledizione
ero solo la tua seduzione per te
lo ti penso d’allora
Nel mio letto d’allora
Che momenti allora
Eri mio allora
Se dormivi allora
Ti guardavo allora
Non mi sentivo sola
Eri la vita allora.