“Ci sono state le generazioni che hanno vissuto secondo le regole e poi ci sono generazioni che quelle regole le rompono”. Lo ha dichiarato, piuttosto soddisfatta, Sarah Kate Ellis, attivista dell’ associazione Lgbt americana Glaad. Le «regole» a cui si riferiva, ovviamente, sono quelle riguardanti le differenze tra i sessi. Le sue parole sono state riportate dalla rivista Time, che alla fine di marzo ha dedicato il servizio di copertina alla cosiddetta «generazione gender fluid».
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Quella, appunto, che supera gli steccati e va «oltre la definizione di lui o lei». Si tratta di adolescenti, ventenni e trentenni per cui «la sessualità e il genere» sono identificati non da una distinzione binaria (uomo/donna; gay/etero) bensì da uno «spettro» di definizioni. “Parecchi di loro – spiegava Time – sono soliti riferirsi a se stessi con il pronome loro invece che con lui o lei.”
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Tuttavia, qui da noi, la moda della fluidità è apparsa più che altro come un riflesso di tendenze d’ Oltreoceano, qualcosa di cui leggere sulle riviste e i siti Web. Fino ad oggi. Già, perché adesso qualcosa è cambiato: la «generazione gender fluid» è sbarcata anche in Italia, almeno a livello di immaginario, e ha trovato il suo longilineo portabandiera. Si tratta di Michele Bravi, vincitore della settima edizione di X Factor che ha intrapreso la carriera di cantante con un certo successo, beneficiando di collaborazioni importanti come quella con Tiziano Ferro.
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Bravi, da pochi giorni, ha pubblicato un nuovo singolo tratto dall’ album Anime di Carta. Questa canzone si può considerare l’ inno italiano della «generazione gender fluid». Il testo è un po’ criptico, ma – secondo le esegesi più diffuse in Rete e secondo le dichiarazioni dello stesso cantante – parla di «sesso orale con una ragazza». In particolare, risulta abbastanza eloquente il seguente passaggio: “Mi ricorderò di te, ma non di questo posto/ ho la bocca secca mi dispiace non riesco/ ad assimilare qualche cosa di diverso.” In queste poche parole è racchiuso il senso della «sessualità fluida». Il protagonista della canzone, par di capire, è un ragazzo gay che prova, con difficoltà, ad avere un rapporto sessuale con una donna.
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Michele Bravi, parlando con il Corriere della Sera, ha detto: “Questa necessità di dire tu stai da una parte o dall’ altra per me non c’ è, e credo sia lo stesso per molti della mia generazione. So di avere un minimo di influenza: non voglio mettere da solo delle categorie.”
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