Michael Bublé fa ancora fatica a parlare della malattia che aveva colpito suo figlio Noah, il tumore al pancreas da quale il bimbo è guarito quest’anno: “Non ne parlo nemmeno agli amici. La malattia di mio figlio è stato un viaggio all’inferno. Anzi, se ripenso a dove siamo stati, l’inferno diventa un bel posto per fare una vacanza“, ha detto in un’intervista che ha concesso all’Herald Sun. Bublé ha motivato anche la sua richiesta di riservatezza sulla vicenda: “Anche se mio figlio è stato un supereroe, non ha bisogno di rivivere di continuo ciò che ha passato“.
Bublé e la sua famiglia stanno ritornando alla vita e al lavoro: sua moglie Luisana Lopilato al cinema, lui alla musica. Sabato sera Michael si è esibito al Croke Park di Dublino davanti a un pubblico di oltre 70mila spettatori. “Non ero certo che avrei ricominciato a fare musica. In certi momenti capisci che la famiglia è l’unica cosa che conta. Ricordo che ero seduto in una stanza di un ospedale e mi sono reso conto quanto fossi stato stupido a preoccuparmi per la vendita dei dischi o per un premio“. I simboli della rinascita per la famiglia Bublé sono il sorriso di Noah guarito e poi la nascita della sua prima figlia femmina.