Di Stefano Di Capua
Attore, imprenditore, scrittore. Matteo Silvestri è un giovane artista che ha vinto la sua lotta contro la malattia e la malasanità. Premiato come miglior interprete emergente al Festival del Cinema di Siena, sta scrivendo un romanzo che racconterà la sua vita ma, allo stesso tempo, è impegnato in un ambizioso progetto di management per la realizzazione di una società pioneristica nel settore sanitario con l’intento di supportare chi ha vissuto le sue stesse problematiche. “Avevo una malattia rara e ho patito una serie di errori medici che potevano costarmi la vita”, ci dice Matteo. “Ce l’ho fatta e adesso ho iniziato a scrivere un libro in cui racconterò la mia esistenza”.
La malasanità ti ha tarpato le ali, costringendoti a lasciare la tua professione attoriale per combattere contro la malattia. Ci puoi raccontare?
“Un lungo periodo di malattie ha condizionato la mia vita. Avevo una malattia rara e ho patito una serie di errori medici che potevano costarmi caro. Dopo anni di sofferenze, cure, ricoveri, ho subito un intervento aortico polmonare di dieci ore. Tutto questo mi ha segnato molto. Da qui la mia trasformazione in “ManSolution”, principalmente per proteggere i deboli, custodire e far valere davvero i diritti umani delle persone. A causa della malattia, ho perso dei bei ruoli cinematografici ma ho ritrovato me stesso ed ora ho anche la mia arte. Trasformare le avversità in nuove opportunità è una delle risorse più importanti che un essere umano possa avere”.
Sei finalmente ritornato a recitare, vincendo il premio come migliore attore emergente al festival del cinema di Siena. Com’è stato riprendere in mano la tua vita e i tuoi sogni?
“Un produttore storico di film di successo del calibro di Claudio Bucci ha creduto fortemente in me e tra noi è stato subito skin to skin, come dicono in America. Di recente, sono stato premiato al Festival del Cinema di Siena come miglior attore emergente, per il film “L’altra luna” di Carlo Chiaramonte. Il riconoscimento mi è stato consegnato da una superba professionista qual è Paola Minaccioni. Per me è stato un doppio regalo. Penso che all’arte si appartenga e da essa non si possa fuggire. Un vero artista è colui che inventa. Non può farne a meno e non potrà smettere mai.E lo fa per condividerlo col mondo. L’arte autentica è merce rara, si paga anche al caro prezzo del sacrificio e della dedizione, con etica inflessibile, questo mi ha insegnato il mio maestro Alberto Terrani”.
Sei già pronto con un nuovo progetto cinematografico. Puoi svelarci qualche anteprima?
“Vorrei tanto parlarne , ma prima che parta il set è tutto top secret. Si tratta di un vero thriller in cui avrò un ruolo nevralgico e che metterà a dura prova i nervi degli spettatori. Io interpreterò un agente della Forestale. Titolo: “L’Orafo”. Sicuramente mi emozionerò interpretando questa parte perché richiama molto i miei valori ed alcune delle mie passioni”.
Prossimamente esordirai anche come scrittore. Di che parla il libro che stai scrivendo?
“Devo ammettere che sono due anni che mi si chiede di scrivere questa storia e di raccontare la mia vita. Inizialmente non ero convinto ma, oggi , mi fermo, penso a tutto quello che ho passato ed è successo; vedo quello che ho fatto prima, durante e dopo e mi inorgoglisce che mi abbiano scritto due importanti case editrici dicendomi testuali parole: ‘Matteo sei il nostro supereroe, scriviamo questo libro”. Così, ho iniziato a scrivere la mia vita, sono alle prime 35 pagine, arriverò di sicuro alla 120, come il cd di Tiziano Ferro, 120 , per me saranno le pagine della mia vita, quella vecchia, quella nuova ed il profumo di quella che verrà”.
Da attore a imprenditore a scrittore. Altri progetti per il futuro?
“Sto realizzando un nuovo, ambizioso progetto di management: SIMAMED, una società pionieristica nel settore sanitario, una sorta di poliambulatorio digitale, in quanto presente ovunque in Italia, grazie all’informatizzazione dei processi, al know how acquisito negli anni dal gruppo ManSolution, ed alle già 60 cliniche di tutta Italia in corso di affiliazione, presso il nostro nuovo Brand. E poi ho una compagna, conosciuta a Venezia, una bravissima Manager che lavora nel mondo del lusso. E’ molto legata alla sua famiglia ed è una vera Donna a tutto tondo, non posso dire altro, se non che ci amiamo ed insieme stiamo costruendo il progetto più ambizioso, quello che si chiama Famiglia”.