Sulla proposta di legge per rendere reato universale la maternità surrogata, ormai misura bandiera del governo Meloni, è arrivato il via libera della commissione Giustizia della Camera.
“Maternità surrogata reato a giugno”. La promessa di Fratelli d’Italia
Il testo è stato lievemente riformulato per circoscrivere le sanzioni ai soli cittadini e cittadine italiane, aprendo già a una contraddizione con il concetto di reato universale. Il governo conta di far approdare la legge in Aula già il 19 giugno 2023. Bisognerà poi vedere se sarà effettivamente applicabile o meno.
Non è bastato il voto contrario delle opposizioni, che ora salgono sulle barricate per tentare di bloccarne il percorso legislativo, a frenare la norma. Durante la prima settimana di giugno la proposta dovrebbe passa al vaglio delle altre commissioni competenti e probabilmente ricevere il via libera formale, con il mandato alla relatrice Carolina Varchi, antiabortista in quota Fratelli d’Italia.
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Ma anche una volta approvata, secondo il commento dell’Associazione Luca Coscioni, la norma potrebbe essere giuridicamente inapplicabile, in base al principio della doppia incriminazione per cui non è possibile punire qualcuno in Italia per un fatto commesso all’estero, se in quel paese la condotta sanzionata non è considerata reato.
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Tuttavia, la proposta di legge nasconde in sé un altro divieto, meno sbandierato dalla maggioranza, cioè la commercializzazione di gameti ed embrioni in Italia. Questa postilla renderebbe praticamente illegale anche la fecondazione medicalmente assistita, chiamata eterologa, perché nel nostro paese la donazione di gameti ed embrioni è vietata. Pertanto occorre importarli dall’estero rimborsando le spese alle strutture sanitarie coinvolte.
Se la legge dovesse quindi essere approvata, il pagamento di questi servizi potrebbe rientrare nel reato di commercializzazione, andando in questo modo a vietare qualunque progresso sanitario in tema di procreazione medicalmente assistita, acquisiti grazie agli interventi della Corte costituzionale sulla legge 40 del 2004.