Maschi in tacchi e tutù? Nessun problema per la Chiesa anglicana (o almeno per buona parte di essa), anzi i bambini «dovrebbero essere liberi di esplorare le possibilità di chi potrebbero essere senza giudizio o derisione».
Lo ha sottolineato la Chiesa d’Inghilterra nelle linee guida diffuse all’interno delle sue scuole private. «Occorre evitare di definire irregolare, anormale o problematico il comportamento dei bambini solo perché non si conforma agli stereotipi di genere», si legge nel documento, già distributo nel 2014 e quest’anno aggiornato, Valuing All God’s Children.
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Non è la prima volta che la Chiesa anglicana dà prova della sua anima liberale. Lo aveva già fatto in diverse occasioni, a partire dall’apertura alle donne vescovo, così come ai sacerdoti omosessuali e alla benedizione delle nozze gay. Tutte posizioni ampiamente criticate dalla Chiesa tradizionale e che all’interno degli stessi anglicani hanno causato diversi scismi e sono ancora oggi motivo di discussione.
Nel presentare il documento dedicato alle scuole, l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby ha condannato inoltre ogni forma di bullismo e discriminazione a sfondo sessuale, sottolineando che nei primi anni dell’infanzia ogni bambino deve essere lasciato libero di indagare se stesso.
«Ciascun bambino – si legge all’interno del Valuing All God’s Children – può scegliere di vestire un tutù, una tiara, i tacchi e/o un elmetto da pompiere, una cintura porta-attrezzi e un mantello da supereroe senza che su di lui ricadano aspettative o commenti. L’infanzia è un luogo sacro per la creativa immaginazione di sé».
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Ma dove nasce la liberalità della Chiesa anglicana? La sua base dottrinale è contenuta nel Trentanove articoli di fede, tuttavia la Chiesa d’Inghilterra è di base pluralista, convivono infatti al suo interno diversi culti: dagli anglo-cattolici, ai neo-liberali fino ai carismatici.
È l’approccio con cui il la Chiesa si pone nei confronti della società ad essere diverso rispetto alle confessioni più tradizionali. La Chiesa d’Inghilterra, di cui la Regina Elisabetta è supremo Governatore, segue infatti l’evoluzione della società modellandosi insieme a lei.
Non impone i suoi dogmi ma cerca di accompagnare i suoi fedeli nel corso del tempo, assecondando il più possibile il cambiamento.