Da autentico fenomeno del web a soggetto di maltrattamenti. E’ la storia di Maria Caruso, meglio conosciuta come “Maria di Trapani”. La donna sarebbe stata maltrattata proprio dal conduttore del programma web che l’ha resa nota: Alberto Lipari. Le vicende di Maria Caruso (questo il nome completo) sono approdate in un’aula di giustizia. Secondo la Procura di Marsala, “Maria di Trapani” è stata vittima di gravi maltrattamenti. Sotto processo sono finiti, davanti al giudice monocratico di Marsala Lorenzo Chiaramonte, il 49enne Alberto Lipari (nato a Trapani, ma residente a Marsala) e la marsalese Rosalba Platano, di 40 anni, residente in contrada Misilla.
Nel capo d’imputazione disposto a suo tempo dal giudice delle udienze preliminari, Annalisa Amato, si legge che: “Alberto Lipari e Rosalba Platano, in concorso tra loro – dopo avere fatto acquistare a Maria Caruso una certa popolarità grazie a video dagli stessi girati e pubblicati su YouTube, Facebook, etc., dopo averla convinta a seguirli in giro per i locali della Sicilia, per fare serate di promozione di tali locali con la falsa promessa di guadagni e popolarità, approfittando anche delle sue condizioni di deficit cognitivo per un mese – la tenevano reclusa in una stanza presso un’abitazione di Marsala, dove la donna era costretta ad espletare i propri bisogni in una pentola, veniva malnutrita e privata dei presidi igienici più elementari, fatta oggetto di dileggio e derisione, e quotidianamente percossa dai figli di Rosalba Platano (agosto 2013) ”.
“Successivamente sarebbe stata ospitata in un’abitazione del villaggio ‘Kartibubbo’ di Mazara del Vallo, di proprietà della Platano, dove oltre a subire le medesime ‘vessazioni’, avrebbe anche svolto le pulizie di casa e altre incombenze. La sera, poi, veniva agghindata e trascinata presso vari locali per le serate promozionali, per le quali non le veniva mai consegnato alcun tipo di compenso, che veniva sempre incassato da Alberto Lipari e Rosalba Platano (tra settembre 2013 e ottobre 2014)”.
Scrive il Gup Amato, nel decreto con cui è stato disposto il rinvio a giudizio: “Maltrattamenti che a Maria Caruso (nata a Erice nel settembre del 1975) rendevano di fatto intollerabile la normale vita quotidiana”. Nel processo, Maria Caruso, si è costituita parte civile. Ad assisterla gli avvocati Donatella Buscaino e Natalia Dispinseri. A difendere i due imputati Lipari e Platano è l’avv. Elio De Felice.