Il pierre Marco Prato, uno dei killer di Luca Varani, il ragazzo romano ucciso brutalmente durante un festino a luci rosse, sarebbe sieropositivo. Una rivelazione riportata dal settimanale Giallo che arricchisce di un nuovo macabro dettaglio all’omicidio che ha sconvolto le cronache italiane.
La sieropositività del ragazzo – rivelata dal settimanale Giallo – rischia di gettare nel panico quella fetta della Capitale che frequenta i festini omosessuali a base di droghe, alcol e sesso non protetto. Mentre Manuel Foffo è stato condannato in primo grado a 30 anni, Prato è in attesa di conoscere la sua sorte giudiziaria. Come riporta il settimanale, diretto da Andrea Biavardi, ci sono dei documenti che certificano la precaria condizione di salute del killer Prato. Ora gli inquirenti dovranno capire se ne fosse al corrente: in caso affermativo, rischierebbe una nuova imputazione. Tra gli incartamenti del caso, riportati da Giallo, inoltre, spunta una stralcio dell’interrogatorio in cui il ragazzo ha rivelato: “Foffo voleva farmi cambiare sesso per sedurre suo padre e poi ucciderlo per ereditare“.
La storia:
Era il 4 marzo del 2016 quando Luca viene attirato da Prato a casa di Foffo con una scusa: Marco Prato e Manuel Follo gli fanno bere di nascosto una potente droga, l’Alcover, paralizzandolo. Poi lo torturano per ore con due coltelli e gli sfondano il cranio con un martello, finché Luca non muore. Un lavoro da macellai. Dopo l’omicidio, Foffo si costituisce. Marco Prato invece si rifugia all’hotel San Giorgio di Roma, nella stanza numero 65, per uccidersi con un potente sonnifero, o così almeno sosterrà lui. I carabinieri lo trovano a terra, con la testa infilata quasi sotto al letto, in stato confusionale, mentre nella stanza suona a tutto volume il disco Ciao amore, ciao di Dalida. Sparsi ovunque bigliettini d’addio: “Perdonatemi, sono una persona orribile, ricordate solo il bello di me, vi amo! Fate sempre feste, buttate il mio telefono e i computer, non indagate sui miei risvolti torbidi, mi sono sempre divertito di più a essere donna!”.