Una bandiera israeliana sulla schiena di un ballerino e quella palestinese su quella di un’ altra, con i due che si abbracciano al termine della canzone. E’ il messaggio lanciato da Madonna dal palco della finale dell’Eurovision a Tel Aviv.
Due le performance che propone sul palco: Like a Prayer, circondata da un gruppo di frati incappucciati che intonano un inno religioso, le colonne che sembrano quelle di una cattedrale gotica, e Future, il nuovo singolo tratto da Madame X, il suo ultimo album in uscita il 14 giugno.
L’atmosfera è quella da grande evento, con Bar Rafaeli che la annuncia come «la più grande popstar del mondo» e il pubblico dell’arena che solleva gli smartphone e prova a immortalare ogni sfumatura, ogni più piccolo dettaglio. Le critiche, naturalmente, non mancano e riguardano soprattutto una certa incertezza nelle note alte, specialmente per Like a Prayer.
Qualcuno in Rete suggerisce malevolmente che ricorrere al playback non sarebbe stata una cattiva idea. Esattamente la stessa provocazione che le fece Elton John nel 2012, quando Madonna si sarebbe esibita all’Halftime Show del Super Bowl e le disse di stare attenta perché lì se non avesse cantato live se ne sarebbero accorti tutti.
In serata è arrivata una precisazione dall’Unione europea di radiodiffusione (Ebu) che in un comunicato dichiara di non aver approvato preventivamente l’esposizione delle bandiere israeliana e palestinese nell’esibizione di Madonna nell’Eurovision Song Contest. Quella parte dello show non era comparsa nelle prove, ha precisato la Ebu citata dal Times of Israel. “L’Eurovisione song contest – ha ribadito – è un evento non politico, e Madonna ne era conoscenza”.