Vladimir Luxuria alla camera ardente di Raffaella Carrà, nella sala della Protomoteca del Campidoglio, ha posto la bandiera delle famiglie arcobaleno:
“Io ricordo al Mucca Assassina quando la serata era moscia bastava mettere un pezzo di Raffaella Carrà e la serata cambiava. Dicevamo sempre siamo tutti etero finché non parte la Carrà. Era il simbolo della libertà perché lei in una società sessuofoba osava dire ‘fare l’amore da Trieste in giù’, ‘a far l’amore comincia tu’, era colei che cantava la canzona ‘Luca’, la storia di una donna che si innamorava di un ragazzo ma questo ragazzo andava via con un ragazzo biondo. Ha fatto la sua rivoluzione con il sorriso, ha trattato certi temi con leggerezza e con grande semplicità. Con le parole è sempre stata vicino a noi famiglie arcobaleno e i suoi look sono stati fonte di ispirazione per tante drag queen.”
“Non ha avuto figli, è stato il suo più grande rimpianto. In realtà è stata la mamma di tutta la comunità lgbt+”: così Luxuria ricorda Raffaella Carrà, scomparsa a 78 anni.
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“Rispondeva alle lettere delle persone gay che le chiedevano conforto, diceva che l’amore non deve avere condizioni”. Premiata nel 2017 al World Pride di Madrid sarà ricordata, racconta l’ex parlamentare transgender, come “la donna della libertà, del sorriso, la colonna sonora delle nostre feste. Tutte le drag queen l’hanno imitata. Con la sua musica farà ballare gli angeli”.
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Sulla discussione del DDL ZAN, Luxuria precisa:
“Lei è stata la colonna sonora di tutti i nostri Pride. Si è sempre batutta contro le discriminazioni, lei che è cresciuta con la madre e la nonna. Ma tirarla per le spalline per farle dire qualcosa che non ha avuto il tempo di dire perché magari stava già male quando c’era la discussione Zan calda non mi sento di farlo. Sento però di dire che Raffaella Carrà è stata sempre contro le discriminazioni e le violenze. È stata sempre per il rispetto”.