Loredana Bertè parla di libertà, uguaglianza e rispetto e lo fa con un post dedicato alla famosa discoteca di New York “Studio 54” dove, tra il 1977 ed il 1986, si respirava aria di integrazione generale.
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Ecco cosa ha scritto la cantante in merito: “Lo Studio 54 è stato, per volere di Andy Wahrol, il primo locale con una stretta selezione all’ingresso. La policy era di fare entrare etero, gay, lesbo, trans, bianchi, neri e gialli. Questo per promuovere l’accettazione e l’integrazione. All’interno della discoteca persone appartenenti a qualsiasi ceto sociale o orientamento o etnia si ritrovavano assieme a divertirsi. Ci si divertiva da morire: si respirava libertà e creatività. Andy Wahrol diceva che lo strepitoso successo del locale era dovuto anche al suo essere ‘una dittatura all’entrata ed una democrazia all’interno‘ e lo era davvero”.
Lo Studio 54 è stata una nota discoteca di New York situata al numero 254 della 54a strada ovest a Manhattan, tra la Settima e l’Ottava Avenue, aperta tra il 1977 ed il 1986. Il club era allestito all’interno di un teatro, che fino al decennio prima fungeva da studio televisivo (da cui il nome).
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Numerosissimi furono i personaggi famosi di quel periodo che furono ospiti dello Studio 54. Tra essi spiccano i nomi di Elizabeth Taylor, Liza Minnelli, Andy Warhol, John Travolta, Paloma Picasso, Truman Capote, Michael Jackson, Elton John, Elio Fiorucci, Tom Ford e persino Michail Baryšnikov. Anche una sconosciuta Madonna, ai tempi ancora una cantante emergente ma nello stesso tempo una gran discotecara, era solita frequentare il locale. È doveroso citare anche la presenza della rocker italiana Loredana Bertè nel 1981 durante uno dei suoi tanti soggiorni newyorkesi. Altrettanto numerosi furono gli artisti che vi si esibirono, tra cui: Grace Jones, Chic, i noti DJ Louis Gison e Alì Bousfiha, il cantante Sket, Diana Ross ed Amii Stewart. Alla serata inaugurale partecipò anche il futuro presidente degli Stati Uniti Donald Trump con l’allora moglie Ivana.
Inaugurato la sera del 22 aprile 1977, l’età d’oro del locale durò appena tre anni. L’alone di magia che lo circondava sparì improvvisamente quando, nel 1980, il proprietario Rubell fu arrestato per possesso di droga e frode al fisco. Il locale fu venduto, cambiò gestione e rimase aperto fino al 1986, quando venne chiuso e riadattato a teatro (tuttora funzionante).