Le riprese di Loev, uno dei nuovi titoli distribuiti in questi mesi da Netflix, si sono dovute svolgere in totale segretezza. Il motivo alla base di questa scelta è legato alle leggi indiane che considerano l’omosessualità un crimine punibile con l’ergastolo, situazione che avrebbe potuto causare dei seri problemi al cast e alla troupe.
Il lungometraggio racconta infatti la storia di due amici, il businessman di Wall Street Jai (Shiv Pandit) e il produttore musicale di Mumbai Sahil (Dhruv Ganesh). I due, durante un viaggio, si avvicinano e, inaspettatamente, il loro legame di amicizia si trasforma in amore.
Il regista Sudhanshu Saria ha dichiarato: “Loev non è un film politico, è semplicemente una storia d’amore dedicata a un amore insolito. Ma realizzare questo film rappresenta un atto politico a causa del luogo in cui è stato girato“. Il cast ha quindi lavorato nella più totale segretezza per sedici giorni e Saria ha sottolineato: “Tre anni fa è stato approvato l’Emendamento 377, trasformandolo in legge, in cui si dichiara che l’omosessualità è punibile con il carcere a vita e rendendo milioni di cittadini dei criminali. La corte ha reso inoltre molto facile la censura, l’ostruzione e il divieto nei confronti di ogni opera cinematografica che ritrae e sostiene questo amore. Era in questa situazione che ho scritto la sceneggiatura e in questa India i nostri attori, i tecnici, gli investitori e i sostenitori hanno unito le forze per realizzare questo film, lavorando in segreto e, in molti casi, completamente gratis“.
Netflix ha successivamente acquistato i diritti di distribuzione del lungometraggio, presentato al Tel Aviv International LGBT Festival nel 2016.
Da: MoviePlayer.it