La Corte d’Appello di Milano ha stabilito che il comune di Milano deve trascrivere i certificati di nascita di due bambini figli di una coppia gay italiana che sono nati in California grazie a una procedura di gestazione per altri. I due bambini sono stati concepiti da due ovuli diversi della donna che li ha partoriti, dunque sono fratelli anche biologicamente, ma hanno padri biologici diversi perché ognuno è stato concepito da uno spermatozoo di uno dei due componenti della coppia. Sul Corriere della Sera la giornalista Elena Tebano ha spiegato le motivazioni della Corte d’Appello di Milano e le ragioni per cui in precedenza sia il comune di Milano che il tribunale di Milano avevano negato la trascrizione dei certificati di nascita.
I bambini, che hanno 15 mesi, secondo la legge americana sono fratelli e hanno come genitori tutti e due i padri. In Italia possono adesso conservare il doppio cognome (è la prima volta che succede), ma ognuno ha un padre diverso e non sono legalmente fratelli.
Il decreto della Corte di Appello, a cui i due padri si sono rivolti assistiti dall’avvocato Manuel Girola di Rete Lenford, sana la situazione precedente per la quale, dopo il rifiuto del Comune di Milano di trascrivere i certificati (confermato anche dal Tribunale di primo grado), i bambini non risultavano loro figli e quindi oltre a perdere i diritti ereditari non potevano essere cittadini italiani né spostarsi liberamente nel nostro Paese, con tutte le difficoltà che ne derivavano anche solo per l’iscrizione all’asilo.