Leo Gullotta è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici“.
L’attore ha parlato della società di oggi e dei diritti degli omosessuali: “Sono stati fatti molti passi avanti e moltissimi ce ne sono ancora da fare. Oggi questo tema viene ripreso perché hanno voluto creare da qualche anno il nemico a tutti i costi. Prima era il terrone, poi l’emigrato, poi l’omosessuale. C’è questo racconto politico che fa scoppiare nell’ignoranza la violenza e l’omofobia. Il coming out non è importante. A me lo chiesero, io non l’ho fatto. Quando me lo hanno chiesto, io ho risposto. Un giornalista mi chiese se ero omosessuale e io ho risposto ‘sì, perché? Mi dica’. Tutto qui”.
“Poi ho partecipato ad alcune trasmissioni televisive – continua – ma solo per far arrivare a tantissimi ragazzi nelle province un messaggio. Non c’è niente di cui doversi vergognare, non c’è niente di malato. Quando leggo di genitori che disconoscono i figli, penso che questa sia pura ignoranza. Magari si hanno come vicini di casa dei mafiosi, dei delinquenti, dei truffatori, di loro non ci si vergogna. Ci si siede a tavola con grande piacere con famosi truffatori, con famosi condannati, e nessuno dice niente. Poi se c’è un figlio omosessuale ci si vergogna. Ma perché? Chi fa questo si dovrebbe vergognare al contrario“.
Sulla televisione: “Rispetto agli anni 80 c’è una una debacle, c’è questo assalto ancora una volta della politica alle televisioni. E’ imbarazzante vedere alcuni telegiornali dove un politico si fa i selfie a casa propria o nel proprio ministero e i telegiornali lo mandano in onda”.