“Il testo di emendamento che circola in queste ore come risultato di un compromesso tra diverse forze politiche per garantire l’approvazione ampia delle legge contro l’omotransfobia rischia di ricadere negli errori che portarono, anni fa, al naufragio del testo Scalfarotto”: così Gabriele Piazzoni, segretario generale Arcigay.
Legge omotransfobia: arriva la petizione per sostenere l’approvazione di un testo efficace
“Non possiamo permetterci di ritrovarci nel paradosso di scrivere in un testo contro le discriminazioni parole che in qualche modo Possano essere interpretate come salvacondotti per condotte borderline o addirittura discriminatorie. La questione della libertà di parola e di opinione semplicemente non esiste: le norme che il testo Zan va a integrare sono vigenti da decenni e non solo non hanno mai messo il bavaglio alle opinioni legittime ma non sono riuscite a metterlo nemmeno ai razzisti più spudorati, come lo scarso numero di sentenze dimostra. Quella stessa legge, ora, non può diventare un tribunale dell’Inquisizione solo perché si aggiungono le parole ‘sesso’, ‘orientamento sessuale’ e ‘identità di genere’. Questo timore non solo è infondato ma è totalmente fuori dalla realtà, promosso da chi quella legge semplicemente non la vuole. A voler tranquillizzare questi parlamentari, si è gettata un’intera comunità nello sbigottimento e nella delusione. L’auspicio è che le forze politiche si rimettano al lavoro per trovare convergenze che non snaturino il senso di questa battaglia e che siano all’altezza della sfida che questa legge, in questo momento e in questo Paese, rappresenta”, conclude Piazzoni.