Per Laura Bono, dopo il lungo percorso intrapreso insieme al gruppo femminile Le Deva, il 2023 sarà l’anno di una vera e propria rinascita artistica, grazie a Scusate Il Ritardo Tour.
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L’artista, vincitrice tra i Giovani del Festival di Sanremo 2005, nei giorni scorsi aveva postato sui social una lunga riflessione in cui esprimeva il bisogno di ritrovare serenità attraverso il ritorno solista.
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“Ho bisogno di raccontarvi una cosa intima, personale, per me molto importante. E mentre vi sto scrivendo di getto, sento che le mie mani vibrano, non riesco a controllarle. Tempo fa mi sono guardata dentro e mi sono sentita avvolta da una tristezza pazzesca, cupa, insolita. Insolita poi non così tanto. Non parlo della mia “amica” malinconia, quella che anima la mia essenza e che mi fa guardare i ricordi come fossero dei miti fatti di fili dorati. Dai, è quasi Natale, ci sta. Quella malinconia lì, ora lo so, è nelle mie vene e mi ha permesso di scrivere, di aprirmi con voi, di mettermi a nudo sul palco e di essere me stessa. Ma in quel momento di qualche tempo fa, mi ritrovo triste in un modo intrattabile, ho in mano una tazzina di caffè bollente e l’occhio mi va su una cartella del computer, chiamata “Inediti Laura Bono”. La apro, giusto per farmi un’idea di cosa stavo custodendo lì dentro, e scopro qualcosa che rifiutavo io stessa da anni: ho un numero incredibile di canzoni. Sono tante e tutte molto chiare, vere e sincere. Le ho scritte giorno dopo giorno, come fossero il mio riparo, il mio rifugio”.
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Continua: “Le ho scritte nei momenti peggiori, dopo le litigate, dopo i giorni no, dopo le serate belle con gli amici, quando volevo dare un significato alle cose che mi accadevano e, talvolta, per dar loro un finale diverso. Eccole lì, calde e dolorose, tutte insieme formano una nave. Non le ho mai contate, perché la mia vita in questi anni era fare del mio meglio e viverle come un segreto bianco, un amante dei sogni. Queste canzoni sono state la mia scappatella che sotto sotto è una passione enorme, di quelle che ti fulminano. Mi cade il caffè dalla mano, vorrei gridare fortissimo ma mi resta tutto soffocato nello sterno. Il pavimento pieno di frammenti della tazzina, del caffè e delle mie lacrime. Sono annegata quel giorno. Perché mi sono resa conto che ho bisogno di tornare ad essere semplicemente Laura, quella che scrive e canta le sue canzoni. O almeno provare a dare a quella Laura di un tempo, un po’ di spazio per sé e qualche angolo in mezzo a questo mondo”.
E conclude parlando de Le Deva:
“Le Deva sono sorelle, compagne di viaggio, a cui non farò mai mancare sostegno e collaborazione. Gre, Verdi, Roby, se avranno bisogno di me, ci sarò sempre per loro. Queste mie canzoni-rifugio, questa passione incendiaria, per ora sono un nuovo inizio necessario per me. E spero che trovino braccia pronte a tenerle strette strette, come d’altronde i miei pezzi di cuore hanno sempre saputo fare. Vi amo, Lau”.
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