Di Giuseppe Videtti per la Repubblica
La Repubblica ha intervistato Janelle Monàe che ha deciso di usare al femminile lo stesso slang dei colleghi maschi, persino enfatizzato nei video provocatori di Make me feel, Django Jane e Pynk, i tre brani del nuovo album Dirty computer (in uscita il 27 aprile) finora pubblicati; pantaloni a forma di gigantesche vulve e un manipolo di ragazze (capitanate dall’ attrice Tessa Thompson che i gossip indicano come la compagna di Janelle) determinate a riappropriarsi del potere del proprio sex appeal per brandirlo a colpi di bacino contro mariti padroni, fidanzati violenti e produttori molesti.
All‘ imperante maschilismo nel cinema e nella musica risponde con un album vistosamente femminocentrico. L‘ha detto a chiare lettere: «Lasciate che la vagina abbia il suo monologo».
«Dopo la morte di Prince, che era diventato il mio consigliere artistico e spirituale, mi sono confrontata spesso con Stevie Wonder. Con lui ho discusso a lungo su quale fosse il modo migliore di “visualizzare in musica” i miei sentimenti e le mie convinzioni, quelli che ho espresso ai Grammy presentando Kesha (un’artista che ha denunciato le violenze subite dal produttore, ndr), in sintonia con Time’s up e #MeToo.
“Siamo unite, ci proteggiamo a vicenda e ci stiamo organizzando per creare una rete di supporto per aiutare le più deboli che non hanno la forza di denunciare gli abusi del potere”, dissi. La prima reazione è la rabbia, ma il rancore è frustrante se non si traduce in azione.
Stevie mi ha detto: “Esci allo scoperto, cancella il risentimento, esibisci quel che pensi”. La soluzione non è la guerra dei sessi. Dobbiamo trovare un terreno comune su cui confrontarci con compassione, amore, comprensione. Tante cose vanno ridefinite, dalla sessualità al sessismo, dalla razza alla religione.
Le donne devono prendere coscienza del loro potere e del loro fascino; ma nei confronti di violenze e molestie, tolleranza zero, anche a costo di negarsi sessualmente al partner; basta con la sordida, pornografica diffamazione che si fa di noi donne sui social».