Era il 2009 quando iniziarono a circolare dei rumors su Lady Gaga.
Le voci dicevano che la cantante fosse un uomo, o un ermafrodita e oggi, quattordici anni dopo, la cantante ha deciso di spiegare perché non rispose mai a quelle insinuazioni.
Il tutto iniziò nel 2009, dopo la sua esibizione a Glastonbury, quando una foto mostrava un rigonfiamento nella sua biancheria intima, diventando poi virale. Già allora Gaga rispose che l’immagine fu ritoccata.
In un’intervista con Anderson Cooper nel 2011, alla star di “Joker: Folie à Deux” fu chiesto: “Si vociferava che avessi un’appendice maschile, che fossi un ermafrodita… Molti artisti avrebbero rilasciato una sorta di dichiarazione dicendo ‘Questo non è assolutamente vero’, ma tu ti diverti a farlo”.
La cantante rispose: “Forse sì. Sarebbe così terribile? Perché diavolo dovrei sprecare il mio tempo e rilasciare un comunicato stampa sul fatto che ho o meno un pene? Ai miei fan non importa e nemmeno a me”.
Ecco “143”, il nuovo disco di Katy Perry (AUDIO)
Ora, in un’apparizione su “What’s Next? The Future With Bill Gates” di Netflix, Gaga ha spiegato perché ha scelto di non dissipare le voci: “Quando avevo vent’anni circa, girava voce che fossi un uomo”, ha detto Lady Gaga a Gates. “Ho girato tutto il mondo. Ho viaggiato per tour e per promuovere i miei dischi e in quasi tutte le interviste a cui ho partecipato, c’erano queste immagini su Internet che erano state ritoccate, e dicevano tipo, ‘Girano voci che tu sia un uomo. Cosa hai da dire a riguardo?’”
Gaga, sostenitrice della comunità LGBTQ+, ha spiegato con queste parole la sua decisione:
“Il motivo per cui non ho risposto alla domanda è perché non mi sentivo una vittima con quella bugia e ho pensato: cosa ne dici di un bambino accusato di questo che penserebbe che una figura pubblica come me si vergognerebbe?” ha detto.
Gaga ha spiegato di essere abituata alla “disinformazione” e ha deciso di provare a usarla per ispirare il pensiero e fare un punto.“In quel caso, ho cercato di essere stimolante e dirompente in un altro modo. Ho cercato di usare la disinformazione per creare un altro punto di rottura. Sono abituata a vedere bugie stampate su di me da quando avevo 20 anni. Sono un’artista. Penso che sia piuttosto divertente.”