“La storia infinita” quest’anno compie 40 anni. Il capolavoro di Michael Ende è stato pubblicato a Stoccarda dalla Thienemann Verlag nel 1979 con il tutolo originale tedesco “Die unendliche Geschichte”, tradotto e arrivato in Italia nel 1981.
Dalla sua pubblicazione, la storia di Bastiano Baldassarre Bucci che, leggendo un libro, entra nel mondo di Fantàsia e aiuta il guerriero Atreiu a salvare il regno e l’imperatrice bambina dall’avanzare del Nulla, ha venduto oltre 10 milioni di copie. Il suo immediato successo ispirò la realizzazione dell’omonimo film di Wolfgang Petersen.
Ma chi non ha mai letto il romanzo, non sa che il film (che tra l’altro non è mai piaciuto allo scrittore, Michael Ende) racconta soltanto la prima parte del libro. La pellicola si ferma infatti al momento in cui il Nulla, la forza oscura che distrugge tutto, è stato sconfitto. Questa parte evidenzia la contrapposizione tra il bene e il male. Ma è sopratutto per la seconda parte (quella non raccontata nel film) che questo libro andrebbe letto ancora oggi.
Nella seconda parte del libro l’imperatrice affida a Bastiano il compito di ricostruire il regno di Fantàsia con la propria immaginazione. Ma lui esagera, costruendo un’immagine di sé diversa dalla realtà che finisce col renderlo prigioniero del regno da lui stesso creato. Solo grazie all’aiuto di Atreiu, Bastiano riacquista i ricordi e torna alla sua vita, ormai cambiato.
Questa parte della storia insegna che è importante restare ancorati alla realtà. Un concetto incredibilmente attuale oggi, in un momento in cui l’immagine che costruiamo sui social rischia sempre più spesso di farci perdere di vista il mondo reale, i valori e le priorità.