La Russia si riconferma la spietata, illiberale e autoritaria nazione che ha dimostrato di essere in questi mesi successivi all’attacco armato all’Ucraina.
Questa volta lo fa limitando la libertà di alcuni suoi cittadini, penalizzando e punendo le loro scelte sessuali e sentimentali, rendendo ancora più dura la vita degli omosessuali in un Paese dove la libertà diventa sempre più un miraggio.
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La Duma russa ha approvato in seconda lettura una legge anti Lgbt, che vieta «la propaganda di relazioni sessuali non tradizionali e pedofilia», oltre che la diffusione di informazioni a carattere Lgbt su tutti i media, Internet, libri, film e pubblicità. Inoltre, sono proibite informazioni che possono spingere a cambiare sesso.
Lo scrive oggi la Taasss, spiegando che i trasgressori dovranno pagare multe fino a 10 milioni di rubli (oltre 165mila dollari), che saranno massime in caso di propaganda diretta ai minori. Sono previste sanzioni separate per gli stranieri, con multe dai 50mila ai 400mila rubli (fra 850 e 6600 dollari). In ogni caso, per gli stranieri è prevista la deportazione, che può essere preceduta da una detenzione di 15 giorni. La Tass scrive che fra gli autori del testo figurano 400 deputati, compreso lo speaker della Duma, Vyacheslav Volodin, un fedelissimo del leader del Cremlino Vladimir Putin. «Dobbiamo fare il possibile per proteggere i nostri figli e chi vuole condurre una vita normale», ha affermato Volodin.
La nuova legge, che Putin potrebbe firmare entro fine mese, amplia il controverso provvedimento del 2013 sulla messa al bando della «propaganda Lgbt» rivolta ai minori.
Attivisti Lgbt contattati da Moscow Times affermano che la loro comunità sarà costretta a vivere nell’ombra, con conseguenze sulle organizzazioni Lgbt e sulle loro sedi. «Questa legge avrà impatto su tutti, non solo le persone Lgbt. La cosa più spaventosa è che la legge riguarda tutto: film, serie Tv, media, pubblicità», dice Noel Shaida, capo del gruppo per i diritti Lgbt Sphere Foundation, chiuso quest’anno dalle autorità.
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Un attivista, indicato solo come Sergey, prevede un ritorno ai tempi dell’Urss quando le persone Lgbt si incontravano in segreto in luoghi privati, grazie al passaparola. La nuova legge si inquadra nella stretta autoritaria russa e il ritorno ai cosiddetti «valori tradizionali» perseguiti dal Cremlino dopo l’invasione dell’Ucraina.