È morto da pochi giorni ma dei suoi scritti, dei suoi pensieri e della sua visione della Chiesa diversa da quella di Francesco si parla tanto.
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A fare scalpore ora sono le ultime parole di Benedetto XVI, pubblicate postume. “In diversi seminari già alla fine degli anni Sessanta si formarono club omosessuali che agivano più o meno apertamente e che chiaramente trasformarono il clima nei seminari”. Sono le sconvolgenti parole di Benedetto XVI nel suo libro “Che cos’è il cristianesimo – Quasi un testamento spirituale”, pubblicato postumo da Mondadori. Il Papa emerito aveva chiesto esplicitamente di pubblicare il libro dopo la sua morte. In sei capitoli vengono raccolti tutti gli scritti composti nel monastero di Mater Ecclesiae dove ha vissuto Joseph Ratzinger dopo la sua rinuncia al ministero di Pietro.
L’avvio della sua prefazione ha toni quasi drammatici: “Quando – scrive Benedetto XVI – l’11 febbraio 2013 annunciai le mie dimissioni dal ministero del successore di Pietro, non avevo piano alcuno per ciò che avrei fatto nella nuova situazione. Ero troppo esausto per potere pianificare altri lavori”. Altrettanto drammatici i toni della ricostruzione fatta nell’introduzione dal teologo Guerriero, che racconta come Benedetto XVI decise che ogni suo scritto sarebbe stato pubblicato post mortem. Le parole di di Ratzinger: “Da parte mia, in vita, non voglio pubblicare nulla. La furia dei circoli a me contrari in Germania è talmente forte che l’apparizione di ogni mia parola subito provoca da parte loro un vociare assassino. Voglio risparmiare questo a me stesso e alla cristianità”.
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Film a luci rosse
Benedetto XVI riflettendo sugli scandali sessuali che dilagavano nella Chiesa, riporta anche un episodio: “Un vescovo, che in precedenza era stato rettore, aveva permesso di mostrare ai seminaristi dei film pornografici, presumibilmente con l’intento di renderli in tal modo capaci di resistere contro un comportamento contrario alla fede”.