Margot Sikabonyi sarà sempre e per tutti Maria di Un medico in famiglia.
Sono passati tanti anni da quando la primogenita di Lele Martini conquistava il pubblico del piccolo schermo insieme a Lino Banfi con una delle serie più amate della tv. Lei aveva solo 15 anni e, improvvisamente, diventa una star. Ma fama e successo non sono stati facili da gestire. È stata lei stessa a rivelarlo in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera.
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«Da Un medico in famiglia sono fuggita quattro volte» racconta. Rivelando di avere un rapporto conflittuale con il successo. «Non mi sentivo all’altezza, avevo la sindrome dell’impostore. E non sempre volevo stare su quel set… Mio padre è morto mentre ero lì, avevo 15 anni, non vedevo gli amici perché non andavo a scuola e gli insegnanti venivano in camerino. Ad alcuni compagni ero diventata antipatica e altri, all’improvviso, volevano starmi intorno, ma in loro non sentivo verità», rivela.
Sul set, poi, trova l’amore: vive una relazione con Pietro Sermonti, suo partner anche nella fiction. Ma è una storia tormentata. Margot Sikabonyi, allora, cerca altro all’estero. Ma viene sempre richiamata sul set di Un medico in famiglia. Lei cede e torna a rivestire i panni di Maria Martini. Nel frattempo si innamora di nuovo e diventa mamma per due volte. Poi il dolore più grande: il divorzio. Fino alla rinascita, avvenuta grazie a yoga, angeli e sciamani e di cui parla nel suo nuovo libro Lara vuole essere felice. Nel suo futuro, però, lei sogna ancora la recitazione.
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«Non trovavo gioia in niente. Appena ho avuto 18 anni, sono scappata, cercando qualcosa, non sapevo cosa», racconta Margot ricordando il periodo in cui per tutti è diventata Maria Martini. Un personaggio amato e odiato: «Nel rapporto con lei, sono passata da “sono fighissima” a “voglio scappare”, poi, l’ho usata per capire chi fossi. Adesso, da madre divorziata, dopo l’inferno in cui sono passata, la adoro. Quando una ragazza mi dice “ho studiato medicina ispirata da Maria”, mi emoziono. Oggi, provo solo gratitudine».
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Non solo la recitazione. Anche l’amore è un capitolo complicato nella vita di Margot Sikabonyi. Sul set di Un medico in famiglia si lega sentimentalmente a Pietro Sermonti, il primo grande amore. «Sono caduta su Sermonti pure nella vita: sei anni tormentati, sul set e fuori. Giravo scene romantiche quando avrei voluto dargli capocciate» rivela. Poi l’incontro con il padre dei sui figli. E il dolore più grande. «Il momento più duro della mia vita è stato il divorzio, il castello della famiglia che crolla, prendersi la responsabilità di non fingere che va tutto bene». Un dolore che riesce a superare tra yoga, angeli e sciamani.
«Il percorso più importante è stato quello yogico, che ha a che fare col respiro e arriva con la morte di mio padre, finché divento insegnante nel 2008. Alle Hawaii, ho incontrato i primi sciamani e, a Bali, ho fatto percorsi yoga che si incrociavano con lo sciamanesimo e la meditazione nei boschi. Poi, ho fatto tanta psicoterapia bioenergetica, che fonda la sua ricerca di verità sul corpo e sul respiro. Quando ero in crisi per il divorzio, ho incontrato una sciamana con la quale ho usato erbe e spezie per riequilibrare il campo energetico» racconta ancora.
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Nel corso dell’intervista, poi, l’attrice parla di bagni nei fiori di calendula, sacchetti di lavanda e incontri con gli angeli:
«Nel mezzo del trauma della separazione, vivendo da sola in una Milano non mia con due bimbi, ho iniziato a entrare in chiesa, anche se non sono cattolica. Mi sedevo davanti alla Madonna, dicevo: tu hai sofferto, magari capisci la mia sofferenza. Ho iniziato a pregare senza sapere che stessi pregando, a mettermi in ginocchio perché non sapevo più stare in piedi. Una sera, uscita dalla chiesa, in cucina, ho sentito una presenza molto forte dietro di me. Ho sentito un angelo che mi metteva le mani sulle spalle e mi proteggeva. Dopo, non sono più stata la stessa. Magari era la mia immaginazione, ma ha funzionato».
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