Si chiama “Lego porn” ed è esattamente quello che il nome suggerisce: porno fatto con gli omini Lego.
Un genere che probabilmente esiste da quando esistono gli omini Lego e qualcuno avrà provato a metterli in pose erotiche (i mattoncini Lego esistono dagli anni Quaranta, però i personaggi umanoidi, le cosiddette “Lego minifigures” sono state introdotte nel 1974). Però, come spesso accade, ha generato una specie di sottocultura grazie a internet.
Ha provato a esplorare la questione Samantha Cole su Motherboard, che ha appena inaugurato una rubrica dedicata ai fetish sul web: la sezione si chiama “rule 34”, a proposito della fantomatica “regola” internettiana secondo cui se qualcosa esiste, allora c’è anche un genere porno dedicato.
Va detto che il Lego porn è un genere decisamente di nicchia: esiste un subreddit specifico, che però ha solo 15 contenuti postati nell’arco di cinque anni: «It’s quality over quantity», commenta Cole. In ogni caso, esiste, e già questo è un dato interessante: basta farsi un rapido giro in rete per rendersi conto del genere di contenuti.
Secondo Cole, il Lego porn rientra nella categoria di feticismo noto come agalmatofilia, cioè l’attrazione per oggetti umanoidi inanimati, come statue, bambole e, evidentemente, omini di plastica. Per quanto esistesse già molto prima, prosegue, pare anche che il porno Lego si diventato più popolare a partire dal 2014, quando uscì Lego Movie: la protagonista femminile divenne una specie di sex symbol. Nel film, del resto, Wyldstyle indossava una tutina nera mica male.