L’ ultima moda in fatto di terapia anti-age arriva dagli Stati Uniti e si chiama crioterapia o criosauna. Ma in cosa consiste questo “trattamento”? Chi lo pratica deve immergersi per 3 minuti a -150 gradi centigradi, cioè nel freddo più estremo. E a cosa servirebbe? Pare che il congelamento riesca a far passare dolori, edemi e postumi di fratture. Sono tantissime le star che, negli ultimi mesi, postano immagini e video mentre praticano la crioterapia.
In campo sportivo questa è una pratica utilizzata da tempo per prevenire e curare traumi e per il recupero dall’ affaticamento muscolare, ricopiando esattamente un rimedio già in uso 40 anni fa, quando i massaggiatori facevano immergere i loro atleti per pochi minuti in vasche ghiacciate, al fine di smaltire l’ acido lattico e la fatica. Secondo i crioterapisti questo trattamento non sarebbe altro che l’ evoluzione di quei bagni ghiacciati praticati per curare le infiammazioni e i dolori ossei. Con la differenza che oggi, quello delle criosaune è diventato un business, che include e promette illusori effetti benefici per molte altre patologie, come quelle su riportate, assicurando l’ assenza di controindicazioni nell’ individuo sano, il quale, essendo esente da patologie, non si capisce perché dovrebbe sottoporsi ad tale terapia glaciale.
Comunque quando una persona si immerge ad una temperatura così bassa, tutta la cute del suo corpo attiva una vasocostrizione serrata, ed il suo sangue è richiamato d’ urgenza negli organi vitali per mantenere la temperatura interna del “core”, ovvero per non privare tali organi dell’ ossigeno ed il calore che li tiene attivi ed in vita. Nel momento in cui la stessa persona esce dalla criosauna, l’ effetto sarà opposto, ovvero si assisterà ad una vasodilatazione, con il ritorno del sangue ossigenato nelle parti periferiche del corpo, e in tutta la sua superficie. Questo effetto di “pompa” vascolare,cioè di vasocostrizione/vasodilatazione, provoca l’ effetto antinfiammatorio, con il drenaggio degli edemi e dei gonfiori, e sensazione di benessere fisico, lo stesso che si prova, in forma molto minore, dopo una doccia gelata e tonificante.
La Food and Drug Administration, l’ agenzia statunitense che vigila su farmaci, terapie e salute, non riconosce alcun beneficio a questi bagni di freddo, ed evidenzia come non ci siano prove scientifiche in proposito, né basi fisiologiche, concludendo che la crioterapia o le criosaune non provocano assolutamente questi effetti terapeutici. Nel frattempo però i centri per tale metodica nascono come funghi in ogni angolo del Paese, dove ogni seduta costa fino a 250 dollari, e nonostante comincino a comparire i primi detrattori, ovvero persone che escono dalle “lavatrici del freddo” con ustioni in varie parti del corpo, geloni e sintomi da assideramento, soprattutto alle estremità. «Noi siamo dei grossi pezzi di carne»,