Anche il mondo LGBT ha un suo santo protrettrore: la Madonna di Montevergine. Negli anni la Madonna gay friendly che non fa differenza di genere è stata trasformata in una vera e propria icona di apertura e tolleranza. La “juta dei femminielli” è la processione che unisce famiglie “tradizionali” e omosessuali, etero, gay, trans, lesbiche, tutti insieme appassionatamente verso lo stesso santuario. Si festeggia la Candelora, la Madonna di Montevergine. Il culto nasce da una leggenda antica: nell’anno 1256 Mamma Schiavona ha salvato la vita a due giovani omosessuali legati insieme a un albero, condannati a morire di sete e di freddo solo perchè innamorati. Montevergine era poi il luogo dove si riunivano i sacerdoti eunuchi di Cibele, la dea della natura. I Coribeanti vestivano abiti femminili e offrivano il loro sesso in dono alla divinità.
Dal momento che il borgo irpino, per la sua posizione in prossimità dell’Abbazia Benedettina, funge da principale luogo di di accoglienza per i pellegrini, il “bagno arcobaleno”, così come le altre iniziative promosse dal piccolo comune campano, rappresentano un chiaro omaggio in ossequio agli ultimi diktat in materia di non-discriminazione.