È un Gianluca Grignani inedito quello intervistato dal Corriere della Sera in merito al brano dedicato al padre «Quando ti manca il fiato», che presenterà al prossimo festival di Sanremo. «Ogni volta che la sento mi toglie un dubbio e me ne mette un altro, un brano che mi tocca sia come figlio che come padre».
Nel testo il cantautore racconta di una telefonata nella quale il padre domanda: «Tu verrai o no al mio funerale?». «(Quando ha chiamato, ndr) Stava bene ed è ancora in vita anche se non ci vediamo da almeno 15 anni. Vive in Ungheria. Non ha ancora sentito la canzone e non vorrei che gli scoppiasse il cuore».
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Quella chiamata scatenò un flusso di emozioni in Grignani, che ancora prova rancore per la separazione dei genitori. «Sarà stato una decina di anni fa, era un periodo in cui mi si era rimarginata la ferita provocata della separazione dei miei che era avvenuta quando avevo 18 anni. Era stata una separazione non gestita, ma non fra padre e madre quanto fra padre e figlio. Lui se ne è andato in maniera poco consona: ha messo in mezzo me. Mi sono sentito solo. Non aveva fatto le scelte che sto facendo io ad esempio», ammette Gianluca.
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«Ho paura di essere simile a una persona che ha fatto errori e che non so se dovrei accusare o scusare. Allo stesso tempo mi manca la sua immagine. Quando mi incontro con l’altro suo figlio sento di avere delle radici. La differenza è che io so dire ti voglio bene e so abbracciare, i miei genitori non lo facevano».
Padre di quattro figli, e separato dalla ex, anche Grignani ha una ferita pensante nel cuore. «Non vedo i miei figli (frequenta solo la maggiore, ndr) non perché non lo voglia, ma perché la mia responsabilità ha fatto sì che io decidessi che questa è la cosa giusta da fare. E questo fa male. Davanti ai figli avrei dovuto gridare e invece sono stato zitto».