Il prossimo 15 ottobre in Senato si discuterà il Ddl Varchi, il decreto sulla gestatione per altri che la destra italiana vuole rendere reato universale.
La norma è stata già approvata dalla Camera a Luglio 2024. Attualmente in Italia i crimini considerati reati universali sono la pedofilia, il genocidio, i crimini di guerra, i crimini contro l’umanità, la pirateria in acque internazionali, il terrorismo internazionale, il narcotraffico, la tratta di esseri umani.
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A sostenere questa idea in Senato ci sono i partiti di destra: Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia.
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Cos’è la gestazione per altri?
Con “Gravidanza per altri”, “Maternità surrogata” e “Surrogazione di maternità” si intende un percorso di fecondazione assistita nel quale una donna porta avanti una gravidanza per un’altra persona o per una coppia. Nei Paesi in cui tale pratica è consentita legalmente, la donna che porta avanti la gravidanza per altri – la “gestante” – non è giuridicamente considerata genitrice dei bambini nati. La legge, infatti, considera genitori a tutti gli effetti i genitori “intenzionali”, vale a dire coloro che hanno fatto ricorso alla gravidanza per altri.
In Italia questa pratica commerciale è vietata dalla Legge 40/2004 che, all’articolo 12, comma 6, recita.
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Cosa succede se diventa reato universale:
Le coppie saranno incriminate, anche se dovessero praticare la GPA su territorio non italiano. Dunque, anche se la gestazione per altri fosse fatta in paesi amici, nei quali è legale, e svolta in punta di diritto, e in regime di completa tutela delle persone coinvolte, le coppie italiane, rientrate nel nostro Paese, sarebbero perseguitate dalla legge italiana.
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Con il DDL 1160 il Governo chiede al Parlamento un’involuzione del rapporto fra autorità pubblica e popolazione.
Preoccupa, in particolare, un’evidente riduzione degli spazi destinati al pubblico dissenso e il pericoloso veicolare, nell’opinione pubblica, dell’idea che le manifestazioni di protesta siano un fatto da biasimare.
Ci uniamo alle autorevoli voci di chi sottolinea la sproporzionalità della risposta punitiva rispetto ad alcuni fatti e di coloro che esprimono forte preoccupazione per l’ampliamento delle ipotesi di flagranza differita che confligge con le garanzie sancite dall’articolo 13 della nostra Costituzione in tema di libertà personale. Riesce assai difficile conciliare questo timbro repressivo e punitivo con l’atteggiamento esattamente opposto che il Governo ha manifestato in altri ambiti.
Insomma: lo stesso Governo che agita la clava penale aumentando sproporzionalmente le pene in numerosissime ipotesi di reato e introducendone dei nuovi, sceglie al contrario di abrogare l’abuso d’ufficio e nega la necessità di una maggior tutela contro l’odio omolesbobitransfobico. Non è possibile conciliare giuridicamente queste due anime del Governo, se non svelandone la matrice esclusivamente ideologica.
Il DDL 1660 non è ancora legge.
È, infatti, ancora necessaria l’approvazione del testo, senza emendamenti, da parte del Senato. Noi faremo ogni sforzo per contribuire ad evitare questo ulteriore scempio normativo.
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