Al liceo classico Carlo Botta di Ivrea qualcuno tra gli studenti dice di aver vissuto momenti «come quelli dell’Attimo Fuggente» quando, al rientro tra i banchi o scorso 13 settembre, Andrea Perinetti, 61 anni, docente da 25 anni di latino e greco nella scuola, gli ha fatto un discorso sul suo cambio di sesso suscitando empatia e supporto per il suo nuovo capitolo di vita. La professoressa, infatti, ha fatto coming out come transgender davanti i suoi alunni e ha avuto solidarietà e supporto. «Il momento più emozionante e simbolico è stato quando ho svuotato la parte di armadio in cui tenevo gli abiti da uomo, quelli che mettevo per andare a scuola e che adesso non mi servono più», dice la docente alle pagine torinesi di Repubblica.
Monica Romano è la prima consigliera transgender eletta al Comune di Milano
Il rientro in classe
La professoressa Perinetti ha raccontato il lungo cammino che ha intrapreso, ma anche il supporto ricevuto dalla comunità scolastica. «Per tutto questo tempo ho vestito i panni maschili, ma è stata una sofferenza e ora che da un paio d’anni ho iniziato il mio percorso di transizione ho deciso di parlarne a tutti e di mostrarmi per quello che sono. L’ho fatto», prosegue, «soprattutto per i ragazzi, che in questa fase della loro vita sono alla ricerca della loro identità, non per forza di genere. Devono capire chi sono e chi vogliono diventare e meritano sincerità e autenticità da parte di chi deve dare loro l’esempio».
La decisione di aprirsi ai suoi studenti è arrivata anche grazie al trattamento riservatole da operatori scolastici e studenti, che hanno iniziato a chiamarla “professoressa” da subito, come se non fosse cambiato nulla rispetto all’anno prima. La stessa dirigente della scuola, Lucia Mongiano, è stata la prima a dare il via a questo passaggio, quando nel luglio scorso Perinetti le ha annunciato che avrebbe voluto mostrarsi agli allievi come «una professoressa». «Dopo quella reazione così accogliente e disponibile, è arrivato l’annuncio alle colleghe», spiega Perinetti, «siamo amiche e mi hanno chiesto perché ci ho messo tanto a dirlo a tutti. E poi sono stata sincera con i ragazzi: ho raccontato per esempio che quando l’anno scorso a volte mi commuovevo era anche per colpa degli ormoni che prendo e che mi stanno trasformando il fisico».
Il percorso di Perinetti è durato mesi e ci sono stati passaggi difficili da superare. Tra questi i pregiudizi diffusi anche da alcuni trafiletti della stampa locale che gli stessi studenti definiscono come «transfobici». «Ciò che conta è che sia una brava insegnante», ribadiscono i ragazzi, «spiega bene e si vede che è appassionata al suo lavoro». Gli studenti hanno quindi sottolineato che quanto scritto negli articoli di cronaca locale che parlavano del «prof vestito e truccato da donna». «Bugie», sentenziano i giovani, che smentiscono di essere «stupiti e spaventati». Una reazione così accesa neanche la professoressa l’ha avuta. «Io non ho dato importanza», spiega Perinetti, «ma loro si sono molto arrabbiati».