“Un anno fa la Camera dei deputati dava il via libera alla legge sulle unioni civili: è un anniversario che festeggiamo e un’occasione per tracciare un bilancio”: lo dichiara Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay. Che prosegue: “Ricordiamo ancora le giornate di lotta che hanno accompagnato l’iter della legge, ma anche i decenni di battaglie che generazioni di attivisti e attiviste prima di noi hanno portato avanti per garantirci questo primo risultato. Va detto che l’approvazione di un anno fa non determinò la rimozione immediata di tutti gli ostacoli: nei mesi abbiamo assistito a lungaggini burocratiche e veri e propri abusi istituzionali da parte di sindaci che hanno tentato, a legge vigente, di negare ancora quel diritto o di relegare quella felicità negli sgabuzzini dei palazzi comunali. Ma l’arroganza di questi personaggi non è riuscita a macchiare la felicità delle tante coppie che finalmente, grazie a questa legge, hanno coronato un sogno, ottenendo un riconoscimento pubblico per i loro amori e mettendo in sicurezza, grazie a un vincolo formale, le loro famiglie.”
“Tracciare un bilancio vuol dire anche riaprire il dibattito sulla genitorialità delle persone lgbti – prosegue – la grande esclusa della legge sulle unioni civili. Purtroppo in un anno sono rimaste lettera morta le promesse di una rapida riforma della legge sulle adozioni: le nostre famiglie arcobaleno sono costrette ancora oggi a ricorrere ai tribunali per restituire ai bambini il diritto sacrosanto ad avere una famiglia. E la giustizia, nelle tante storie che ha affrontato, ha sempre dimostrato di essere più avanti della politica, che invece ha sacrificato i diritti dei bambini e delle bambine sull’altare delle alleanze di governo e degli sgambetti tra maggioranza e opposizione. Dal canto nostro, saremo sempre il pungolo che ricorda al parlamento il bicchiere mezzo vuoto, gli impegni presi e che occorre rispettare e soprattutto la strada che ancora bisogna percorrere per tagliare il traguardo della piena uguaglianza. Perché l’obiettivo, per noi, resta il matrimonio egualitario”
“Infine: nei giorni scorsi si è sollevata una polemica sui numeri delle unioni civili celebrate in Italia: sono poche? sono molte? Sono l’inizio di una storia nuova, innanzitutto. E questo è l’aspetto più importante. E sono anche, nelle statistiche, in linea con gli altri paesi europei e con le attese di un Paese che è giunto quasi per ultimo a questo riconoscimento, quando già molte coppie di gay e lesbiche avevano imparato che prendendo un aereo potevano raggiungere Paesi in cui il loro amore sarebbe stato riconosciuto. E soprattutto i numeri ci ricordano che i diritti civili vanno a braccetto con i diritti sociali e che una volta riconosciuto il diritto per le coppie samesex di unirsi, bisogna riflettere sulla possibilità concreta di farlo, perché in alcuni casi quel riconoscimento è un lusso e spetta a noi, a tutte e tutti, abbattere ostacoli e distanze. Bisogna anche ricordare che l’unione civile, come il matrimonio, non è un’ortodossia: esistono altri modelli di felicità, altre scelte che meritano uguali rispetto e considerazione. Oggi però vogliamo goderci la festa e brindare al grande processo di visibilità che la legge sulle unioni civili ha innescato all’interno della comunità lgbti: le leggi, non ci stancheremo mai di dirlo, fanno cultura, e gli effetti benefici del riconoscimento delle coppie samesex li apprezzeremo per decenni. Questa è la rivoluzione che vogliamo e per ora abbiamo solo iniziato”, conclude Piazzoni.