Il Volo non ci sta e, a distanza di due giorni dalla finale del Festival di Sanremo, Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble rompono il silenzio per dire la loro sugli insulti ricevuti dai giornalisti (postati in un video sui social da Francesco Facchinetti, ndr), definendoli anche «una forma di bullismo».
“Abbiamo avuto bisogno di qualche giorno per essere lucidi e dire la nostra su quanto accaduto.
Alcuni giornalisti (ed è bene dire solo alcuni) ci hanno pesantemente insultato. Hanno usato parole come “merde”, “vaffanculo”, “in galera”, che consideriamo come il frutto di una vera e propria forma di bullismo, di sfottò da stadio. Queste persone non hanno portato gloria all’ordine che rappresentano, il loro atteggiamento è stato un insulto, prima che a noi, a tutti i colleghi giornalisti che svolgono il proprio lavoro in maniera seria e professionale.
In 10 anni abbiamo ricevuto molte critiche sulla nostra musica, sul genere che cantiamo, siamo stati accusati di essere arroganti e spocchiosi.
Non abbiamo mai dato importanza a tutto ciò, anche perché, fortunatamente, abbiamo sostenitori che ci supportano quotidianamente e amano quello che facciamo. Ma quando vediamo dei video che testimoniano la cattiveria e la poca umanità da parte di persone che potrebbero essere nostri genitori (molti anche nostri nonni), ci dà molto fastidio. Fastidio perché ogni artista deve avere il proprio spazio di espressione musicale. Essere chiamati “merde” o vedere qualcuno che sbraita “in galera” solo perché stiamo facendo quello che ci piace fare nella vita è molto irrispettoso, nei nostri confronti ma sopratutto nei confronti della libertà di espressione.
La musica dovrebbe essere libertà non motivo d’insulto!
In quei pochi secondi di riprese, si possono nitidamente vedere e sentire alcuni “professionisti” della stampa esultare per la sconfitta dei tre giovani e urlare termini molto pesanti contro di loro («Merde!»).
Un atteggiamento non professionale che ha inevitabilmente irritato e deluso anche Facchinetti: «Io vi prenderei a calci in culo fino alla fine del mondo. Idioti, coglioni, e buffoni», ha scritto su Twitter il conduttore televisivo.
In un altro video (in basso) un giornalista di fronte all’esibizione de Il Volo urla “In galera”. E intanto gli altri colleghi ridono.
Terzi classificati sul podio, dopo Mahmood e Ultimo, i tre cantanti dicono: «Dunque alcuni giornalisti (ed è bene dire che solo alcuni) ci hanno pesantemente insultato. Hanno usato parole come “merde”, “vaffanculo”, “in galera”, ecc ecc. che consideriamo come frutto di una vera e propria forma di bullismo, di sfottò da stadio. Queste persone – aggiungono- non hanno portato gloria all’ordine che rappresentano. Il loro atteggiamento è stato un insulto, prima che a noi, a tutti i colleghi giornalisti che svolgono il proprio lavoro in maniera seria e professionale».
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