“Quando ero piccola in tv o al cinema non c’erano miti o immagini che mi facessero pensare di avere un mio spazio nel mondo. – dichiara Francesca Vecchioni, figlia del cantautore Roberto e madre di due bambine avute con l’ex compagna Alessandra – Ancora oggi la possibilità di un genitore di immaginare un futuro felice per il figlio che fa coming out dipende moltissimo da come i mezzi di comunicazione raccontano l’omosessualità o la transessualità. Perciò abbiamo creato il nostro osservatorio: vogliamo richiamare i media alle loro responsabilità“.
Francesca Vecchioni è la fondatrice di Diversity, che ha presentato a Milano il Diversity Media Report, la più grande ricerca sulla rappresentazione di tematiche e persone lgbt nei media italiani, condotta con 10 atenei e centri di ricerca italiani e con l’Osservatorio di Pavia e arrivata quest’anno alla seconda edizione. “Sulla base dell’analisi dei ricercatori abbiamo selezionato chi nell’ informazione e nell’intrattenimento nel 2016 è riuscito a raccontare questo mondo al meglio, cioè abbattendo stereotipi e pregiudizi“.
“Negli ultimi dieci anni solo 147 notizie all’ anno dei principali telegiornali riguardavano le persone lgbt – spiega Vecchioni -. Nel 2015 sono state 320 e nel 2016 sono triplicate: 1.037. Ma soprattutto è cambiato il modo di parlarne: i media hanno iniziato a dare sempre di più voce a gay, lesbiche e transgender, ai loro familiari e a coloro che li conoscono, per esempio perché lavorano con loro. Fino a qualche tempo fa non era così, le persone lgbt erano soprattutto oggetto di un discorso fatto da altri, come se fossero una specie esotica vista da lontano”. Ora invece vengono raccontate più spesso come un pezzo della nostra società. Non tutto però è positivo: “Spesso si continua a considerare le esistenze e le storie di gay, lesbiche e trans un oggetto di contraddittorio: opinioni e non fatti. Su questo – conclude – c’ è ancora molto da fare”.